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Javier Tebas - Foto IPA
“Il Real Madrid piange sempre, stanno inscenando una cospirazione che non è vera. Se un club li batte non è perché ha giocato meglio ma perché l’arbitro ha fischiato contro. È un insulto alla storia del club“. Parole forti, quelle pronunciate contro i Blancos, che dal tono sembrano prese dai commenti dei tifosi nei vari social network. Invece a parlare in maniera così netta è nientemeno che il presidente della Liga, Javier Tebas, che ha partecipato al “Desayuno Sportivo” con l’agenzia spagnola Europa Press. In un certo senso si tratta comunque di un tifoso, nello specifico di un “tifoso ibernato”, ha sottolineato Tebas, come impone il ruolo istituzionale. “Comincio a vergognarmi per quello che ho vissuto come tifoso del Real Madrid, non è mai stato un club di ‘piangina’. Stanno cercando di far credere ai propri tifosi una teoria del complotto che non esiste. Non so nemmeno più se gli arbitri sono di parte perché contro il Madrid o perché vogliono che vinca un altro club”, ha aggiunto.
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Tebas: “Impossibile una Liga senza Real Madrid e Barcellona”
“Se vincono è perché hanno combattuto le forze del male, se perdono è perché sono vittime di un complotto”, ha aggiunto Tebas, che poi ne ha anche per il Barcellona. L’oggetto della contesa è la controversa vicenda che riguarda il tesseramento di Dani Olmo e Pau Victor, teoricamente non possibile visto lo sforamento del tetto salariale. Dopo un permesso temporaneo fino al 31 dicembre, e visto che i balugrana non sono riusciti a trovare una soluzione, Liga e RFEF (la Federcalcio spagnola) si sono espresse in maniera negativa sul tesseramento. Il Consiglio Superiore dello Sport, però, ha accolto il ricorso del Barcellona, sospendendo la sanzione e, di fatto, permettendo ai catalani di schierare gli acquisti del mercato estivo.
“Olmo non deve finire la stagione nella Liga”
“Hanno avuto quattro mesi per trovare una soluzione e risolvere il problema – ricorda Tebas –. C’era tempo e modo di lavorare. Olmo ha firmato sapendo che a dicembre non avrebbe potuto essere registrato, era consapevole di cosa poteva succedergli. Il Consiglio ha emesso una misura precauzionale mettendo in discussione alcuni aspetti. Noi siamo stati molto chiari, il giocatore non può finire la stagione con il Barcellona“.
Nonostante queste continue controversie con questi due colossi del calcio spagnolo e mondiale, però, il presidente Tebas non può far altro che ammettere: “È impossibile avere una Liga senza Real Madrid e Barcellona. È come se a Madrid si togliesse la Puerta de Alcalá. Non rientra in alcuna legislazione, il modello dello sport europeo si basa sulle leghe nazionali”. Il riferimento è anche alle “minacce” dei due club, in particolare dei Blancos, in questi ultimi tempi, di lasciare il campionato spagnolo: “Non lo permetterà né l’Europa e né nessun altro, ma ci sarà qualcuno che ci crederà”.
Tebas e le nuove sfide
Oltre a questi temi, Tebas ha parlato anche delle prossime sfide che deve affrontare il calcio spagnolo. Uno dei pilastri è quello della digitalizzazione e degli investimenti sugli stadi: “I club stanno investendo per migliorare gli impianti. Le presenze negli stadi hanno raggiunto cifre record, siamo all’85%, ci manca quel 15%”. Un altro tema importante è quello della lotta alla pirateria: “È il più grande concorrente, il 30% del calcio in Spagna viene guardato illegalmente in maniera gratuita o pagando meno. È un problema globale, in America Latina siamo al 60%. Il calcio non è caro, costa 25 o 30 euro. Non stabilisco io i prezzi, ma siamo sicuri che abbassarli fermerà i pirati? Ho seri dubbi”.
Ulteriori problemi riguardano le competizioni internazionali, a partire da Mondiale per Club e Champions League: “La Champions, con il nuovo formato, ha cannibalizzato i diritti tv, lo vedremo ancora di più nelle prossime gare. Quando si perde la competizione nazionali, i club che giocano in quella internazionale guadagnano di più”. Infine, sul tema della governance: “È importante che ogni decisione venga concordata tra leghe, club e sindacati. E il Mondiale per Club si è fatto senza tenere conto di nessuno di questi attori. Fifa e Uefa devono rispettare delle regole, ma non lo stanno facendo”.