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Positività al Covid, quarantene, primavere in campo e totale disorganizzazione. La Svizzera alla ripartenza del campionato ha davvero pasticciato e il periodo post pandemia è ora un caos. Sono tante le tessere del puzzle incastrate a forza e con poca logica che han finito per creare situazioni piuttosto imbarazzanti. A partire dallo Zurigo che dopo la positività di sei calciatori ha trascorso due settimane in quarantena senza nemmeno avere la possibilità di allenarsi. Il club, però, è dovuto andare avanti e alla ripresa del campionato ha schierato la formazione U21 sconfitta per 4-0 dal Basilea e successivamente 5-0 dallo Young Boys per poi affrontare lo Xamax in un match nel quale è spuntato, a sorpresa, un positivo tra gli avversari.
Il virus, però, non ha cambiato più di tanto le abitudini svizzere. Gli stadi, infatti, sono aperti e il club di casa a ogni partita sorteggia mille posti disponibili tra i suoi abbonati che possono guardare il match dal vivo. Ciononostante la situazione ha comunque attaccato gravemente i conti di varie società come accaduto al Sion dove il presidente ha tagliato stipendi e licenziato gran parte del personale con i calciatori che a stagione in corso hanno deciso di cambiare squadra, pur andando in contro al pericolo di non poter giocare.
Ma c’è anche chi gioca con una positività . È il caso del Grasshoppers, squadra di seconda divisione, al quale è stata data l’autorizzazione di continuare a giocare con un caso di positività al Covid-19. E come se non bastasse sabato prossimo lo Zurigo infetto sfiderà il San Gallo che combatte per il titolo, allo stadio sono attesi circa un migliaio di spettatori. Tutti nuovamente in campo perché guai a obbligare la squadra a un’altra quarantena perché stando alle parole del presidente Canepa, lo Zurigo manderebbe le ragazze in campo.
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