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Come una review al Var. Non sul fuorigioco, tema oggettivo e senza dibattito. Piuttosto sembra essere un rigore al limite del regolamento e delle interpretazioni, destinato inevitabilmente a far discutere e a spaccare in due l’opinione pubblica. Dalla sala il suggerimento è già arrivato, ma alla fine è l’arbitro a dover prendere la decisione definitiva. Giovedì 21 dicembre la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si pronuncerà sulla conformità di UEFA e FIFA con le disposizioni presenti negli articoli 101 e 102 del Tfue (Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea) che vietano le intese restrittive della concorrenza e l’abuso di posizione dominante. E di riflesso quindi si esprimerà sul caso della Superlega, la competizione annunciata nel 2021 da 12 club europei e attualmente portata avanti solamente da Real Madrid e Barcellona. Un passo indietro. Inquadrando la posizione della FIFA e della UEFA sotto un profilo anticoncorrenziale e incompatibile con il diritto della concorrenza dell’Unione, la European Superleague Company decise di adire lo Juzgado de lo Mercantil de Madrid (Tribunale di commercio di Madrid). Il giudice spagnolo chiese dunque alla Corte europea di pronunciarsi sulla conformità della struttura del calcio europeo con il diritto di concorrenza dell’Unione. Tre i possibili esiti: la vittoria dello status quo, con UEFA e FIFA legittimate ad operare come hanno sempre fatto; la vittoria dei ricorrenti con il crollo del ‘monopolio’; oppure la terza via: una sentenza che va ad incidere sul potere commerciale dei due enti.
Nel mirino dei ricorrenti ci sono gli statuti di UEFA e FIFA. Le norme statutarie attribuiscono infatti competenza esclusiva ai due organismi in materia di autorizzazione di competizioni estranee alla UEFA sul territorio europeo. E prevedono, come è noto (e come paventato in passato da Nyon), la possibilità di infliggere sanzioni nei confronti dei club secessionisti. Inoltre una disposizione dello statuto FIFA riserva all’organismo guidato da Ceferin e alle federazioni nazionali la proprietà “di tutti i diritti derivanti dagli incontri (…) sotto la rispettiva giurisdizione”, privando dunque qualsiasi altro organizzatore di competizioni alternative della titolarità originaria di tali diritti. Tutto ciò è in violazione delle norme sulla concorrenza? No, secondo l’Avvocato generale presso la Corte Ue, Athanasios Rantos.
Come si legge nell’articolo 165 TFUE, l’Unione “contribuisce alla promozione dei profili europei dello sport, tenendo conto delle sue specificità , delle sue strutture fondate sul volontariato e della sua funzione sociale ed educativa”. Proprio al concetto di specificità l’Avvocato generale affida il fulcro delle sue conclusioni. Athanasios Rantos in particolare propone alla Corte di rispondere che “le norme della FIFA e della UEFA che sottopongono a previa autorizzazione qualsiasi nuova competizione sono compatibili con il diritto della concorrenza dell’Unione. Tenuto conto delle caratteristiche della competizione, gli effetti restrittivi derivanti dal sistema sono inerenti e proporzionati al fine di conseguire gli obiettivi legittimi connessi alla specificità dello sport che la UEFA e la FIFA perseguono”. Inoltre, a riguardo del cruciale punto 4, secondo Rantos “le norme dell’Unione in materia di concorrenza non ostano alle restrizioni, nello statuto della FIFA, riguardanti la commercializzazione esclusiva dei diritti relativi alle competizioni organizzate dalla FIFA e dalla UEFA nei limiti in cui tali restrizioni sono inerenti e proporzionate al perseguimento degli obiettivi legittimi connessi alla specificità dello sport”.
Di conseguenza, per l’Avvocato generale la European SuperLeague è libera di esistere e di istituire la propria competizione calcistica al di fuori dei confini tracciati dagli organismi che governano il calcio che conosciamo. Ma allo stesso tempo non può, contemporaneamente all’istituzione della competizione, continuare a partecipare alle competizioni calcistiche organizzate dalla FIFA e dalla UEFA senza l’autorizzazione di quest’ultime. Le conclusioni dell’Avvocato generale non sono vincolanti ai fini della sentenza ed è bene ribadirlo. Ma è un primo assist, pesante, per un verdetto che può mettere la parola fine alle speranze rivoluzionarie di Real Madrid e Barcellona. Solo loro? Secondo il CEO di A22, Bernd Reichart “ci sono club che credono che la Superlega sia l’unica opportunità per realizzare riforme fondamentali. Dicono: ‘incrociamo tutti le dita’”. Come fa un tifoso durante una revisione al Var.
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