Calcio estero

Sion, il presidente Constantin: “Il calcio non può ripartire senza garanzie di sicurezza”

Foto Antonio Fraioli

Christian Constantin, presidente del Sion, in un’intervista al ‘Corriere del Ticino’ ha ha spiegato la sua posizione riguardo un eventuale ripresa del campionato di calcio elvetico: “Non possiamo vivere senza pubblico, è chiaro. Ma il punto è proprio questo: il calcio, pensateci, favorisce il contagio. In campo e sugli spalti. I giocatori non possono evitare i contatti, sudano, sputano. In tribuna la gente è ammassata. Il virus ci sguazza. Ricordate Atalanta-Valencia in Champions? Bastò quella singola partita per mettere in ginocchio Bergamo. Se non possiamo garantire la sicurezza di giocatori e spettatori, se non infondiamo fiducia, il calcio non potrà mai ripartire. E le porte chiuse, lo ribadisco, sono la fine di questo sport. Non c’è emozione”.

Constantin, poi, ha parlato anche dei licenziamenti di coloro che hanno rifiutato il lavoro ridotto: “In realtà, ho lanciato un segnale. Il lavoro ridotto, al momento di quella decisione, non era ancora stato approvato per i contratti a tempo determinato. Il mio punto era: cara Confederazione, se non includi questa categoria di lavoratori ti ritroverai presto con molti disoccupati in più. Perché una cosa deve essere chiara: senza partite noi non possiamo garantire i salari. Di più, senza il lavoro ridotto il calcio svizzero sarebbe già morto”.

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