Una storia surreale arriva dalla L3, la terza divisione del calcio romeno. I fatti risalgono al 31 agosto, quando la partita CSM Adjud – Voința Limpeziș si è conclusa con la vittoria di misura degli ospiti, 0-1, grazie ad un gol segnato nel primo tempo. La squadra di casa ha però presentato ricorso chiedendo il 3-0 a tavolino a causa di un’irregolarità nella distinta di gara: la Commissione Disciplinare della FRF ha dato ragione al CSM Adjud, che ha così incamerato tre punti. Fin qui niente di strano, ma sullo sfondo c’è una storia da commedia surreale. Come si legge su Gazeta Sporturilor, il quotidiano sportivo più antico della Romania, già nel pre-partita il direttore sportivo dell’Adjud aveva chiesto all’arbitro un confronto tra i cartellini e i singoli giocatori, scoprendo che sei di loro non corrispondevano all’identità che appariva nei tesserini.
Il racconto del dirigente prosegue: “Ad un certo punto, durante la partita, ho sentito che il giocatore con il numero 21 del Limpeziș parlava una lingua straniera. Sul referto, però, c’era un calciatore rumeno, classe U19, classe 2005. All’intervallo ho presentato ricorso e l’arbitro ha chiesto che il giocatore in questione si presentasse nello spogliatoio per identificarsi”. Qui accade l’incredibile: “I dirigenti del Vointa hanno spiegato che il calciatore è sordomuto, quindi non è possibile parlargli. E quando gli è stato chiesto solamente di scrivere il suo nome su un pezzo di carta, è stato impossibile, con la motivazione che non sa nemmeno scrivere. Una scena un po’ divertente, ma anche preoccupante, è realmente accaduta”, ha aggiunto il dirigente del CSM. Il calciatore in questione era “un calciatore dalla fisionomia sudamericana. È lui che non è stato possibile identificare nessun metodo a disposizione degli arbitri”, le parole del direttore sportivo. Ora è arrivata la sanzione ed è pesante: partita persa 3-0 per il Limpeziș, penalizzazione di sei punti in classifica, multa di 2200 e trasferimenti vietati nel mercato successivo.