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Una lunga, complicata, tesa stagione conclusa con la vittoria di un titolo storico e con i malumori di una tifoseria che fatica a goderselo. Altro giro, altro copione in casa Psg che vince l’ottavo titolo nazionale in nove anni e supera per record di trionfi (11) l’ormai ex dominatrice del calcio francese, il St Etienne. Il passaggio di consegne però si è sviluppato tra casi aperti e polemiche. Classico per chi ha alzato l’asticella e non si accontenta più di terminare la stagione con i soli trofei nazionali. Il Paris vuole vincere in Europa e quest’anno ci è andato più lontano del solito, con un’eliminazione agli ottavi di finale che ha deciso forse in anticipo il futuro di Christophe Galtier. L’allenatore difficilmente sarà riconfermato e per la sua successione si fanno i nomi di Josè Mourinho, Luis Enrique e Zinedine Zidane, mentre sullo sfondo resta il profilo di Thiago Motta, bandiera del club. All’interno del club parigino in realtà sembrano vivere diverse anime: da un lato Luis Campos, consulente sportivo del club, dall’altro l’universo Qatar. Nel mezzo un futuro segnato per Galtier e una stagione sotto la sufficienza. La vittoria della Ligue 1 e della Supercoppa di Francia non cancella il brutto cammino in Champions e l’eliminazione contro il peggior Bayern degli ultimi anni, né rimedia al passo falso in Coppa di Francia.
La recente sconfitta in casa contro il Lorient ha aperto la contestazione e fatto esplodere i malumori diffusi. Nove le sconfitte nel 2023 in tutte le competizioni, troppe per chi da due anni ha costruito una squadra da Galacticos. Eppure il nuovo anno parigino è stato condizionato soprattutto da vicende extra campo. Galtier si è dovuto difendere da accuse di razzismo per delle sue presunte frasi ai tempi del Nizza: “Mi hanno colpito nel profondo, sono cresciuto nei valori della condivisione e del rispetto verso tutti”. Poi è scoppiato il caso Messi. Il plurivincitore del Pallone d’Oro si è assentato senza il permesso del club dopo la sconfitta col Lorient e ha saltato l’allenamento per via di un viaggio d’affari in Arabia Saudita (prossima destinazione della carriera?). La rabbia e la contestazione degli ultras ha quasi fatto dimenticare quello che forse è il tema più importante: il futuro di Kylian Mbappè. “Non posso dire molto del mio futuro, questo non è il momento giusto ma la mia decisione è quasi fatta. Annuncerò ufficialmente la mia scelta sul futuro prima di andare in ritiro con la nazionale francese a giugno”, ha detto recentemente. Alla fine l’unico sicuro di rimanere è il solito Neymar, forte di un contratto fino al 2027. Discusso e spesso criticato, ma alla fine è lui quello più vicino a diventare il simbolo dell’era più fortunata del club che non sa godersi i successi.
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