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Allarme infortuni in Premier League. La piattaforma Zone7, che collabora con 35 squadre di calcio professionistiche di tutto il mondo, è specializzata nella previsione del rischio di infortuni e i risultati di una sua ricerca sono davvero preoccupanti. Come riportato da Bbc Sport, lo studio ha rivelato che giocare 8 partite in 30 giorni aumenta l’incidenza di infortuni del 25% rispetto a quattro o cinque partite giocate nello stesso periodo di tempo. Il motivo è da ricercare nel fatto che solo il 4% dei calciatori è abituato a tenere ritmi così serrati nell’arco della stagione. Questa previsione preoccupa molto in particolar modo i top club, che dovranno affrontare molte partite ravvicinate. Il Manchester City, per esempio, se la Premier League ripartirà il 20 giugno, dovrà affrontare 13 partite in 49 giorni e senza contare gli impegni in Champions League.
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Le forti perplessità riguardano anche i tempi ristretti per passare dagli allenamenti svolti in casa durante il lockdown a quelli ad alta intensità con l’intero gruppo, come sollevato da diversi tecnici, tra cui Nigel Pearson del Watford e Steve Bruce del Newcastle. L’esempio si ha con la Bundesliga, dove gli allenamenti sono iniziati il 7 maggio scorso, appena nove giorni prima delle partite, e gli infortuni sono stati molteplici. Nelle sei partite del 16 maggio sono stati ben otto i calciatori ad aver riportato infortuni, numeri ben al di sopra della media. Di norma infatti, il programma pre-stagionale dura almeno un mese.
Zone7, esaminando i dati di 11 squadre professionistiche di prima divisione delle ultime due stagioni, ha scoperto che quando il periodo di preparazione si accorciava, il 75% delle formazioni accusava un maggiore tasso di infortuni nella prima metà della stagione rispetto a quelle che avevano avuto più tempo per pianificare gli allenamenti. Flaminia Ronca, fisiologa presso l’Institute of Sport, Exercise and Health, dipartimento dell’University College di Londra, sta lavorando con i giocatori della Premier League per valutare i rischi di una ripartenza. L’esperta ritiene sia “possibile che abbiano perso fino al 15% della forma fisica, che ora devono riguadagnare in brevissimo tempo. Gli allenatori dovranno essere molto creativi e combinare i metodi di allenamento più efficaci con quelli di prevenzione degli infortuni più sicuri“.
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