Grag Clarke, presidente della Football Association, ha spiegato che sarà difficile rivedere gli stadi pieni di tifosi e dunque la Premier League, sospesa dal 13 marzo scorso, se dovesse riprendere, lo farebbe a porte chiuse. “La realtà è che non sappiamo come andranno le cose. Ma, con il distanziamento sociale in atto per qualche tempo a venire, affronteremo cambiamenti sostanziali per l’intero ecosistema calcistico. Ad esempio, è difficile prevedere folle di tifosi, che sono la linfa vitale del calcio, che torneranno presto ad assistere alle partite” ha scritto Clarke in una lettera inviata al consiglio direttivo della FA. Inoltre, Clarke ha svelato che la federazione “sta progettando diversi scenari che potremmo potenzialmente affrontare a causa della pandemia”.
Clarke ha parlato anche della riduzione del budget, specificando che può considerarsi “sensata” una riduzione di 75 milioni di sterline (oltre 85 milioni di euro). La FA ha avvertito i club che l’unico modo per completare la stagione sarà disputare le partite in un massimo di 10 stadi “neutrali”, scelta che, secondo quanto riportato dalla BBC, non sarebbe stata ben accolta in particolare da 6-7 società, specie quelle a rischio retrocessione.