Pepe, esperto difensore ex Real Madrid e ora in forza al Porto, si è raccontato a Tribuna Expresso. “La mia passione per il calcio è intatta”, spiega il classe ’83. “Ogni giorno mi sveglio per allenarmi, cerco di farlo nel miglior modo possibile. Mi alleno intensamente e penso che questa sia la mia vitamina. Ovviamente avere 25 anni non è come averne 35 o, nel mio caso, 37. A 25 anni abbiamo così tanta energia che finiamo per non sapere come usarla. Io, a 37 anni, posso usare meglio questa energia sul campo“. Un uso più intelligente, quindi, delle energie, che gli permette di essere ancora un ottimo difensore, come si è visto nella partita di andata degli ottavi di Champions League contro la Juventus. “La genetica aiuta, ma c’è anche molto lavoro dietro“, precisa Pepe, “molto rigore nel mangiare, tanto riposo. Ma non sono sempre stato così magro; quando avevo tre, quattro anni, ero un po’ paffuto. Poi, dall’età di sette anni ho iniziato a perdere peso”.
Pepe poi svela qualche dettaglio sulla sua famiglia e la sua adolescenza: “Sono l’unico figlio maschio della famiglia, ho tre sorelle ,due più grandi e una più giovane di me, quindi ero molto, molto viziato. Fino a quando sono arrivato in Portogallo, a 17 anni, ho dormito con mia madre. Ero già cresciuto e dormivo con il mio genitore. Quindi immagino che a mio padre non piacesse molto avermi a letto con loro”, conclude il difensore.