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“Questa è la terra del Tour de France, abbiamo vestito la maglia gialla per qualche tappa importante. Abbiamo l’obiettivo della maglia a pois, quella degli scalatori, facendo una tappa alla volta. Dai tempi di Sassuolo, ricordo che all’ingresso dello spogliatoio c’era una frase del dottor Squinzi che diceva: ‘Mai smettere di pedalare’. Questo è il nostro motto”. Questo uno dei passaggi della lunga intervista di Francesco Farioli a Sky Sport. Il giovane allenatore italiano del Nizza è imbattuto in Ligue 1 e secondo a -1 dal Psg e sta stupendo tutti, facendo persino parlare di chance di vincere il titolo in cara rossonera: “Avevamo iniziato con tre pareggi, siamo andati di partita in partita e abbiamo infilato risultati positivi. Ci siamo trovati ad essere in una posizione di classifica importante, ne siamo orgogliosi. Come è nata l’opportunità? È stato un mix di tante cose. In precedenza era stata fatta una ricerca incrociando date e statistiche, tra i profili emersi c’era anche il mio nome. Poi sono trascorsi mesi, a fine stagione il Nizza voleva cambiare e io sono stato uno degli allenatori intervistati. Ne ho fatte tante e lunghe. Mi è piaciuto incontrare una dirigenza con Ghisolfi, Blanc e la proprietà, tutti molti curiosi”.
Mai in svantaggio e difesa di ferro, questi i dati che balzano maggiormente agli occhi: “Oggi una squadra ha la necessità assoluta di avere un guardaroba con tutti gli abiti al suo interno: nel calcio c’è bisogno anche di faticare e saper soffrire. Rimaniamo una squadra a cui piace giocare, che ama avere il pallone ma che sa anche essere aggressiva e saper resistere ribaltando l’azione. Credo che questo sia ciò che stiamo cercando di fare. Qualche gol ci sta mancando, noi vorremmo farne più di uno a partita. La cosa positiva è che stiamo creando tantissimo. Tantissimi allenatori mi hanno influenzato. Oggi gli stimoli più belli li ricevi dagli avversari: ogni partita viene preparata con grande attenzione, succede ogni settimana facendoci trovare pronti dall’approccio agli inconvenienti. Questo sforzo è stimolante, guardiamo tanto calcio anche estero. Il tema della ricerca diventa fondamentale”.
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