“È stato difficile. Mio padre non ha lasciato nemmeno una lettera d’addio, nessuna spiegazione. Ma il modo in cui si è tolto la vita faceva capire che era assolutamente sicuro della sua decisione”. Lo ha rivelato il ct della Germania, Julian Nagelsmann, in un’intervista allo Spiegel nella quale ha parlato del suicidio del padre, ex agente segreto: “Ripenso spesso a quel giorno. Allora frequentavo un corso per allenatori a Oberhaching vicino a Monaco e lì presi la licenza C. E all’improvviso il direttore del corso mi chiese il piacere di uscire fuori. Ho pensato di dover rispettare la sua decisione. È stato davvero brutto per la famiglia, ma mi ha aiutato sapere che lui voleva davvero morire e non si trattava di un grido di aiuto o di un segnale. Non gli era permesso parlare del suo lavoro. Questo era anche il motivo per cui diceva spesso che era troppo per lui. Non gli era permesso condividere le preoccupazioni del suo lavoro. Alla fine questo lo ha messo a dura prova. Io avevo poco più di vent’anni e all’improvviso ho dovuto occuparmi della famiglia e sistemare tutte le polizze assicurative. Cose quotidiane a cui non pensi davvero a quell’età. Ho dovuto prendere decisioni serie, e stare vicino a mia madre, che improvvisamente si è ritrovata a vivere in una grande casa senza il suo compagno. Con tutti i suoi ricordi”.