
Pep Guardiola, Manchester City - Foto IPA
Risveglio davvero brusco per il Manchester City, che deve metabolizzare quanto successo ieri sera, quando è arrivato l’ennesimo risultato negativo in una stagione totalmente da dimenticare. Fuori dalla lotta per il titolo in Premier League e già eliminato dalla Coppa di Lega, ieri i Citizens sono usciti anche dalla Champions League. Merito di un Real Madrid spietato, che non ha lasciato scampo alla squadra di Pep Guardiola al Santiago Bernabeu. Dopo il 2-3 dell’andata all’Etihad, infatti, i Blancos hanno dato una lezione di calcio agli inglesi, con un 3-1 che non lascia spazio a recriminazioni. E questa mattina la stampa britannica si è scatenata. “Una cosa è ormai certa, il più grande Manchester City di Guardiola è finito”, ha scritto il Guardian, che ci è andato ancora più pesante commentando la prestazione dei giocatori, definiti “figure simili a zombie”.
“Il City sventola bandiera bianca. Surclassato, non appartiene più all’élite del calcio continentale”, è invece l’analisi del Times. D’altronde, alla vigilia proprio Guardiola aveva sottolineato la necessità di fare una partita perfetta per ribaltare la sconfitta dell’andata. Un piano andato in fumo dopo appena quattro minuti, come ha sottolineato il Daily Mail: “La partita perfetta si è rapidamente trasformata in imperfetta, quindi in mediocre, poi orribile e infine in dolore. La squadra che un tempo era il City, non c’è più, fatto a pezzi dalla velocità di pensiero e d’azione del Real”.

Manchester City, Guardiola: “Niente è eterno, ma voglio continuare”
Il fatto che si tratti di una stagione fallimentare è confermato anche dalla storia recente: era dal 2012/2013 che i Citizens non raggiungevano almeno gli ottavi di Champions. A quel tempo sulla panchina c’era Roberto Mancini, che venne esonerato prima della fine della stagione. Un rischio che, secondo i bookmaker d’Oltremanica, Guardiola non corre, nonostante sia “imploso” secondo la sentenza del Daily Telegraph. E segnali di rottura, o comunque di possibile interruzione di un rapporto che va avanti ormai dal 2016, non arrivano nemmeno da Guardiola: “La fine di un ciclio? Niente è eterno, non tutto dura per sempre. Ma ho voglia di andare avanti. Abbiamo vinto sei Premier in sette anni, in Europa siamo sempre stati lì, tra quarti, semifinali e finali, tutti gli anni. In alcuni casi non siamo andati avanti per dettagli, ma ho davvero pochi rimproveri da fare alla mia squadra in Europa. Con lo stesso Real ce la siamo sempre giocata – ha aggiunto –, abbiamo fatto ottime partite anche se poi non siamo passati. Stavolta sono stati più bravi loro”, ammette.
Ad ogni modo, non è ancora arrivato il momento di mollare il colpo. Anzi, a maggior ragione adesso che “abbiamo ancora tredici partite in campionato e dobbiamo piazzarci tra le prime per tornare in Champions League l’anno prossimo”, ha concluso Guardiola.