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Pep Guardiola non vuole sentire la parola ‘fallimento’ quando si parla della sconfitta contro il Real Madrid. Questo il commento del tecnico del Manchester City: “Il calcio è imprevedibile. L’Atletico ha giocato meglio di noi nella seconda parte del ritorno. Con un po’ più di fortuna avrebbe vinto e sarebbe andato in semifinale. Se fossimo stati più fortunati col Real… Ma è il calcio. Ci sono 22 giocatori che si muovono con un pallone. Succedono cose brutte e cose belle, il calcio è questo. Il nostro dovere è essere in corsa su tutti i fronti. Per me è incredibilmente straordinario essere arrivati di nuovo in semifinale. La gente dice che se non vinciamo è un fallimento ma non è così perchè sappiamo quanto tutto sia difficile. Capiamo che siano tutti i tristi, i ragazzi per primi volevano la finale ma per questo club giocarsela come ha fatto col Real è stata una gioia”.
“Lo sceicco Mansour non ha comprato questo club e investito per vincere solo la Champions ma per competere su tutti i fronti. Il Real ha meritato ma noi c’eravamo e l’importante è esserci e riprovarci anche la prossima stagione. Non mi è stato mai posto come obbligo quello di vincere ma di giocare al meglio e di competere contro qualsiasi squadra. Cosa ho detto ai calciatori dopo Madrid? Niente, non ci sono parole che possono aiutare. Servono tempo, dormire bene e pensare al prossimo obiettivo. Domani ci ritroveremo insieme e parleremo di che squadra siamo e di come siamo arrivati in semifinale di Champions. Sono questi i momenti che più di altri mi rendono fiero di essere qui”.
Al City resta ora solo la Premier per non rimanere a mani vuote: “In campionato non cambia nulla, fossimo andati in finale si sarebbe giocata dopo la Premier. La partita col Leeds è stata difficile e sapevamo anche prima che le ultime 4 gare di campionato sarebbero state delle finali. Ma non dobbiamo pensare al titolo, dobbiamo pensare al Newcastle. Sono sempre affamato di vittorie. Però se avessimo vinto la Champions, avrebbero detto che era grazie ai soldi che abbiamo speso, non per il duro lavoro svolto. I giocatori adesso non se ne rendono conto ma uscire è stato quasi un dono per noi. Mi piacerebbe essere in finale e vincere la Champions ma quello che è successo a Madrid ci renderà migliori”.
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