Sembra non avere fine il crollo vertiginoso del Manchester City, sconfitto anche oggi a Birmingham per mano dell’Aston Villa nella sfida valida per la diciassettesima giornata della Premier League 2024/25. Le reti di Duran e Rogers condannano i Citizens sancendo una volta di più la crisi senza fine degli uomini di Pep Guardiola, che accorcia le distanze soltanto nel recupero con Foden. Vittoria meritata per i Villans, bravi e cinici a sfruttare le amnesie difensive della retroguardia del City, ormai sempre più in bambola e lontano ricordo della roccaforte che è stata negli anni passati.
Citizens colpiti anche dagli infortuni
La situazione sembra aggravarsi di settimana in settimana sotto tutti i punti di vista. A certificare la legge non scritta che quando le cose possono andare male allora andranno peggio, arrivano anche i continui problemi fisici e infortuni dei ragazzi di Guardiola. L’ago della bilancia in questo senso è sicuramente l’infortunio di Rodri, vero equilibratore della squadra: il crollo della squadra è cominciato proprio in concomitanza con la rottura del legamento crociato del ginocchio del Pallone d’Oro 2024, che non rientrerà prima della prossima stagione. Già lo scorso anno erano stati diversi i segnali che senza Rodri la squadra perdesse parte della sua magia, ora sta arrivando l’inesorabile e tangibile certezza: senza il centrocampista spagnolo la squadra non gira e soffre enormemente nella fase di transizione da difesa ad attacco e viceversa.
Anche oggi la fortuna non ha sorriso di certo alla formazione di Manchester, che ha ritrovato Akanji e Stones dal primo minuto, perdendo però per infortunio Ruben Dias e Ederson. Lo stesso Stones inoltre è stato costretto ad uscire all’intervallo per un nuovo problema fisico, facendo spazio ad un Walker sempre più in difficoltà, il quale ha commesso un errore pesante in occasione del gol del raddoppio di Rogers. De Bruyne è rientrato a novembre ma sembra il lontano parente del giocatore che incantava all’Etihad fino a qualche mese fa, non agevolato di certo dalla carta d’identità che dice 33 anni. In questo vortice negativo ci è finito gioco forza anche Erling Haaland, autore di soli 4 gol negli ultimi due mesi.
Manchester City, i numeri della crisi
I numeri sono impietosi: si tratta della nona sconfitta nelle ultime dodici partite tra campionato, Champions League e Coppa di Lega. In questo intervallo di partite è arrivata una sola vittoria, in casa contro il Nottingham Forest: il convincente 3-0 sembrava poter essere un punto di svolta in questa prima parte di stagione, ma subito dopo sono arrivati il pareggio contro il Crystal Palace e i tre ko consecutivi contro Juventus, Manchester United e quello di oggi che hanno fatto ripiombare la squadra negli abissi. Prendendo in considerazione i risultati dalla decima giornata ad ora, cioè i mesi di novembre e dicembre, il Manchester City è la squadra peggiore della Premier League con soli quattro punti accumulati, al pari del Southampton. I Saints però scenderanno in campo domani a Craven Cottage contro il Fulham per la 17esima giornata, e se dovessero riuscire ad ottenere anche solo un punti, lascerebbero da soli sul fondo di questa speciale classifica i Citizens.
La classifica è solo lo specchio della situazione attuale, e vede al momento il City sesto a con 27 punti, a nove di distacco da Liverpool capolista (che ha però due gare in meno); paradossalmente però proprio la classifica potrebbe essere l’unica cosa a cui aggrapparsi in questo momento: sebbene la vetta sia lontana, la zona Champions League, cioè il quarto posto occupato proprio dal Nottingham Forest, dista infatti solo due punti. Anche big come Chelsea e Arsenal non sono troppo staccate (rispettivamente 34 e 30 punti), dunque almeno sulla carta un recupero non sembra di certo impossibile. Il problema però emerge proprio guardando la squadra, che sembra sfiduciata e priva di quella magia che aveva contraddistinto le ultime straordinarie stagioni.
Guardiola, è finita la magia?
La magia sembra svanita in primis nel condottiero del Manchester City, ovvero Pep Guardiola, e questo si propaga a tutta la squadra. Il tecnico catalano infatti appare sempre più nervoso e sofferente, e anche oggi lo ha dimostrato durante i cori sfottò dei tifosi avversari sul suo esonero, pratica diffusa ormai da diverse settimane per gli stadi d’Inghilterra. Il crollo dei Citizens rischia di avere delle ripercussioni sul futuro dell’ex allenatore del Barcellona, il quale nonostante il rinnovo non appare di certo saldo sulla panchina dei campioni d’Inghilterra. Molto dipenderà anche dalla sentenza in arrivo nel 2025 su quei 115 capi d’accusa che potrebbe anche costare al club l’esclusione dal massimo campionato inglese, ma ora è presto per parlare del futuro e dell’ipotesi di un post Guardiola.
L’impressione, vedendo lo sfaldamento totale a cui sta andando incontro la squadra, è che qualcosa possa essere già trapelato nell’ambiente, o quanto meno che abbia influenzato la mente e di conseguenza le prestazioni dei giocatori. Rimane il fatto che raddrizzare la china non è impossibile, ma gli strascichi di questo periodo potrebbero farsi sentire a lungo, in quello che è indubbiamente il peggior periodo di Guardiola nel corso di tutta la sua carriera da allenatore.