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La strada per diventare campione, a volte in discesa, altre tortuosa e difficile. Come quella di Luis Nani, ex esterno del Manchester United che ha raccontato alcuni dettagli della sua infanzia difficile ai microfoni di ‘The Player Tribune’: “Quando ero bambino, mi sono reso conto che Dio ha scelto per me il mio percorso affinché io aiutassi la mia famiglia – ha spiegato – Ho vissuto con mia madre e otto fratelli e sorelle in una casa con una sola camera da letto. C’erano buchi nel pavimento dai quali uscivano costantemente ratti e lucertole. Questi animali correvano per la casa tutto il tempo. Non avevamo nulla da mangiare e abbiamo davvero combattuto per sopravvivere. Giuro. Le cose della vita che ho vissuto sono state dure, ma nessuna è stata più difficile dell’avere fame. Questa sensazione di un qualcosa che ti svuota dentro l’ho vissuta spesso. L’unico vantaggio della fame è che ti fa cercare soluzioni”.
Poi un altro aneddoto: “Un giorno, mio fratello Paulo Roberto ebbe un’idea. Credo che avessi circa 10 anni. A cinque anni mio fratello prese praticamente il posto di mio padre e disse ‘Perché non andiamo nella ricca zona di Lisbona e chiediamo cibo?’. Così facemmo. La gente ci ha dato pane, zuppa e biscotti. Un giorno ci trovammo davanti ad un pizza Hut e chiedemmo qualcosa. Nessuno ci voleva dare nulla quando all’improvviso una donna ci chiamò e ci disse di attendere. Due minuti dopo ecco una pizza. Buonissima. Davvero. E poi ci chiese ‘cosa stavate facendo qui?’. ‘Stiamo giocando a calcio’, la risposta. Credo che questa nostra sincerità le sia piaciuta perché poi lei ci disse che aveva un amico da presentarci e che poteva aiutarci: Marco Aurelio (ex giocatore dello Sporting Lisbona n.d.r.)”.
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