[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”10725″]
“Di tutti i diversi scenari discussi con la Uefa, le date più probabili per la ripresa delle competizioni sono il 28 maggio, il 6 giugno o il 28 giugno“. Questo è il pensiero di Javier Tebas, presidente della Lega spagnola, sulla possibile ripartenza della Liga dopo aver superato l’emergenza coronavirus. “Non possiamo dare una data precisa, quella ci verrà fornita dalle autorità spagnole, ma ci sarà tempo prima di allora per tornare ad allenarsi – ha dichiarato Tebas che poi vira il discorso sull’impatto economico – Se guardiamo all’impatto economico, compresi i soldi che arrivano dalle competizioni europee, se non si torna a giocare le società spagnole ci rimetterebbero un miliardo di euro. Se torniamo a giocare ma senza pubblico, la perdita sarebbe di 300 milioni, di 150 se si tornasse a giocare a porte aperte”.
[the_ad id=”248876″]
[the_ad id=”668943″]
Ma la ripartenza non sarà uguale per tutti. Tebas infatti sottolinea come tra i vari Paesi ci siano delle differenze: “Ogni Paese è diverso, in Inghilterra ci sono tre competizioni e in Spagna e Italia due, in Germania ci sono 18 squadre e negli altri Paesi 20. Chi ha problemi di calendario deve trovare al suo interno delle soluzioni, in caso contrario servirà coordinarsi con la Uefa ma al momento non stiamo considerando di cambiare format“. Poi sul taglio stipendi: “E’ abbastanza complicato convincere i giocatori a ricevere meno soldi. Non possono fare attività in modo normale e quindi dovrebbe esserci una riduzione dei compensi ma non siamo riusciti a raggiungere un accordo collettivo. Questo significa che i club hanno due possibilità : trovare un’intesa coi propri calciatori o ricorrere all’Erte riducendo gli ingaggi del 70%“.
[the_ad id=”676180”]