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Pallone Ligue 1 - Foto 2025 Icon Sport / IPA Sipa USA
Le squadre francesi, Nizza e Monaco a parte, sorridono in Europa: il PSG ha battuto il Brest, che ha conquistato uno storico playoff di Champions, mentre il Lille è già agli ottavi, proprio come il Lione che si gode un posto tra le migliori sedici di Europa League. Si tratta però di un sorriso di facciata che nasconde una realtà delicata da settimane, forse mesi, che toglie il sonno a più di un presidente. Ecco perché il comunicato della Professional Football League (LFP), l’organismo che gestisce e organizza i campionati di Ligue 1 e di Ligue 2, non è un fulmine a ciel sereno, bensì un tuono annunciato: “La Professional Football League (LFP) ha preso atto del rifiuto infondato di DAZN di onorare i propri impegni finanziari – si legge nel comunicato -. La LFP, da parte sua, rispetta scrupolosamente tutti i suoi impegni contrattuali e farà tutto il possibile per far valere i propri diritti. La LFP ha deciso di deferire la questione al giudice per le misure cautelari al fine di ottenere una condanna urgente a DAZN affinché paghi le somme previste dal contratto e la obblighi ad adempiere a tutti i suoi obblighi contrattuali. La LFP intende difendere con fermezza gli interessi dei club professionistici francesi, auspicando al contempo una soluzione amichevole di questa controversia, che si augura possa essere temporanea”.
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La Lega calcio francese e DAZN , principale broadcaster del campionato (che trasmette in esclusiva otto partite su nove, l’altra è nelle mani di BeIN Sports), sono quindi in causa. Come riporta l’Equipe, Dazn avrebbe versato solo il 50% della rata di febbraio. “Siamo rimasti un po’ sorpresi dal modo in cui viene trattata la più grande emittente televisiva della Ligue 1”, ha dichiarato a Le Figaro Brice Daumin, CEO di DAZN Francia. Il manager, che ha precisato come l’azienda abbia regolarmente versato le prime due rate da 70 milioni di euro, ha illustrato nel dettaglio l’agenda dei recenti colloqui con la Lega, che secondo la versione di Daumin non avrebbe risposto alle ultime lettere dell’emittente: “Da due mesi DAZN non ha più notizie, nonostante i numerosi solleciti”. Interpellato dall’AFP, ha chiarito: “Abbiamo proposto alla Lega, affinché il contratto che ci lega sia rispettato da entrambe le parti, di modificarlo inserendo una parte fissa di pagamento dei diritti e una parte variabile. La LFP non ci ha mai risposto. Quindi, il 5 febbraio abbiamo pagato metà dell’importo dovuto, 35 milioni, e abbiamo depositato i restanti 35 milioni in deposito a garanzia in attesa di una risposta dalla Lega”.
Alla base dei malumori di DAZN ci sarebbe la lotta alla pirateria. Gli sforzi di Arcom, l’ente regolatore audiovisivo, non sarebbero sufficienti, secondo il broadcaster. Anche per questo motivo, secondo DAZN, il numero degli abbonati (500.000), sarebbe inferiore agli obiettivi. “Arcom, l’ente regolatore audiovisivo, non è operativo nei fine settimana – ha aggiunto Daumin -. In Italia sono in grado di bloccare 18.000 link in due giorni. E Arcom ne conta 5.000 all’anno. In altre parole, l’Italia riesce a realizzare in un weekend quello che Arcom impiega tre anni e mezzo! Questa non è una critica. Non hanno risorse sufficienti e questo problema deve essere affrontato. Quando compri una pentola non ti aspetti di avere uno scolapasta”, ha detto a Le Figaro. La replica di Arcom non si è fatta attendere: “L’azione congiunta di Arcom e delle parti interessate (in particolare i fornitori di servizi Internet) ha portato a una riduzione di oltre un terzo del numero di consumatori che segnalano pratiche illecite”, afferma a L’Equipe l’ente, creato nel febbraio 2022. Non basta secondo Dazn che al momento però non prende in considerazione l’idea di un recesso: “Non abbiamo intenzione di andarcene. Siamo qui per un periodo duraturo, come in ogni Paese in cui abbiamo acquisito diritti”, ha assicurato Daumin. Le prossime settimane chiariranno se sarà il tribunale o la diplomazia a risolvere questo caso.