Erling Haaland ha completato il triplete col Manchester City, Kylian Mbappè ha segnato 57 gol in un anno col Psg e la Francia. Alla fine però, con 462 punti, il Pallone d’oro è andato per l’ottava volta a Leo Messi, forte dello storico trionfo mondiale con l’Argentina. Ai microfoni de L’Equipe e France Football, il fuoriclasse argentino ripercorre il cammino in Qatar verso la finale con la Francia: “Abbiamo iniziato con la sconfitta con l’Arabia Saudita e per noi è stato un colpo durissimo – dice Messi -, sapevamo che c’era il rischio di tornare a casa e pur credendo ciecamente nei nostri mezzi un po’ di preoccupazione e di nervosismo tra di noi c’era”. Poi la reazione. E altri momenti difficili come la vittoria ai rigori contro l’Olanda al termine di una sfida piena di tensioni anche nel post-partita: “Nei giorni precedenti alla gara gli olandesi, a cominciare dal ct – ricorda riferendosi a Van Gaal – ci provocarono con le dichiarazioni e poi anche durante i rigori ci sono stati comportamenti poco corretti da parte di alcun giocatori, poi fecero passare noi per maleducati, ma in quella notte successero tante cose, la tensione era forte, ma certe cose devono chiudersi in campo. Anche io riconosco che nelle interviste post-partita – dice riferendosi al celebre ‘qué mirás bobo’ rivolto a Weghorst – non mi sono piaciuto, ma può succedere quando le tensioni sono enormi”.
Poi la finale “giocata esattamente come volevamo, meritavamo di vincerla ai tempi regolamentari ma la Francia fu brava a rimontare. Credo sia stata la mia migliore partita in nazionale considerando che la posta in palio era il titolo mondiale. Dopo aver vinto passarono mille cose nella mia testa, ho pensato alla mia famiglia, ai miei amici, alla mia Argentina e poi ho detto a me stesso ‘bravo, hai vinto tutto'”. Il Mondiale 2026 si avvicina e lui, nonostante i 36 anni, è ancora in grandi condizioni. “Non si tratta di esserci per forza, bisogna sentirsi bene e poter essere utile al gruppo, considerando l’età che ho adesso mi sembra difficile, ma vedremo come starò fisicamente nei prossimi anni”. Messi si sofferma anche sulla rivalità con Cristiano Ronaldo: “A livello sportivo è stata una lotta molto positiva, ci siamo cibati reciprocamente di questa rivalità perché siamo due tipi molto competitivi, vogliamo vincere tutto e sempre, è stato bello per noi stare ai vertici per tantissimi anni perché non è facile farlo, ma è stato bello anche per i tifosi e gli appassionati che ci hanno seguito in tutti questi anni”. A 36 anni è normale parlare di futuro e di rimpianti. Messi precisa di aver provato a chiudere la carriera al Barcellona, “ma non è stato difficile”. Il presente all’Inter Miami però sta bene: “Lì posso godermi la mia famiglia e certi momenti insieme che prima non era possibile vivere”. E spiega: “Non penso di tornare a giocare in Europa. Io allenatore? No, non credo”. Dubbi e riflessioni di un otto volte Pallone d’oro.