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“Se il livello medio di criminalità fosse Ronaldinho, il mondo dovrebbe essere una prigione. Una cosa è essere tonto, come lo ha definito il suo avvocato, un’altra delinquente“. Jorge Valdano, ex calciatore argentino, parla così di Ronaldinho su El Pais a pochi giorni dalla scarcerazione (con arresti domiciliari) di Ronaldinho in Paraguay. L’ex fenomeno brasiliano è stato arrestato all’estero per possesso di passaporti falsi finendo in galera tra lo stupore della stessa comunità sudamericana. “L’unico luogo in cui Ronaldinho si è comportato come un sovversivo è stato il campo di calcio – ha scritto Valdano – Così come ci sono calciatori monotoni che giocano più volte la stessa partita, ce ne sono altri che non ripetono la stessa giocata nemmeno per caso. Per lui, come per tanti brasiliani, la vita è sempre stata una festa e il calcio, gioco che enfatizza la vita, una festa al quadrato. È stato un piacere vederlo muoversi come un invertebrato e con un piede che sembrava lavorare all’uncinetto con la palla“. E ancora: “Ronaldinho in prigione è la metafora di un calcio sempre meno libero. Gli allenatori sono riusciti a controllare il gioco: omogeneizzarlo, simmetrizzarlo, sistematizzarlo, tutte parole complesse perché quello che hanno ottenuto, infatti, è che lo hanno complicato“.
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