Calcio estero

Haaland eguaglia Son, Hazard e Mané. Guardiola: “I record non vincono trofei”

Erling Haaland
Erling Haaland - Foto LiveMedia/Laurent Lairys/DPPI

Il suo è stato il trasferimento dell’estate, eppure Erling Haaland ha dovuto fare i conti con diversi detrattori, che prevedevano per lui un futuro difficile in Premier League, dopo aver letteralmente dominato nelle sue precedenti avventure tra campionato austriaco e Bundesliga tedesca. Una prima partita a secco nel Community Shield perso contro il Liverpool aveva già portato a sentenze catastrofiche, soprattutto considerando la rivalità che si è accesa tra i tifosi nel paragone con Darwin Nunez dei Reds. Ma, appena è cominciato il campionato, Haaland ha cominciato a zittire le critiche: come sottolineato da ESPN, con quella di ieri contro il Nottingham Forest, il 22enne norvegese ha già realizzato due triplette nel massimo campionato inglese, eguagliando quanto fatto da mostri sacri come Eden Hazard, Sadio Mané e Heung-min Son. È vero, si parla di ruoli differenti perché i tre giocano più esterni mentre Haaland è una punta, ma l’ex Dortmund ha raggiunto questi numeri in appena cinque partite, dove in totale ha segnato nove gol.

Un impatto straordinario per un giocatore destinato a rompere diversi record lungo la sua carriera, ma Pep Guardiola cerca di smorzare gli entusiasmi e tenere ben salda la concentrazione: “Haaland sta iniziando a fare qui quello che ha già fatto in Norvegia, Austria e Germania. Sapevamo che aveva talento, e abbiamo potuto vedere anche il talento di Julian Alvarez. Sono due attaccanti incredibili con un innato senso del gol. Penso che l’obiettivo di Haaland sia vincere titoli, per cui se i record e gli obiettivi personali aiutano in questo, ben venga, perché da soli i record non vincono titoli. Meglio gioca la squadra, più chance di segnare ha Haaland”.

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