Scoppiano le polemiche in Francia riguardo le rigide regole laiche della Federcalcio francese, che di fatto rende molto difficile per i calciatori musulmani osservare il periodo di Ramadan. La federazione transalpina applica il principio di neutralità religiosa sancito dalla costituzione francese e non rende le cose facili ai giocatori che vogliono astenersi dal bere o mangiare dall’alba al tramonto durante il mese sacro islamico. Nelle partite del campionato francese, gli arbitri non hanno il diritto di autorizzare pause che consentano ai giocatori musulmani di rompere il digiuno dopo il tramonto, a differenza di quanto avviene ad esempio in paesi vicini come Inghilterra, Germania e Olanda.
Da qui le inevitabili polemiche da parte dei membri della comunità musulmana, con l’accusa di discriminazione nei confronti della Federcalcio. “Vogliono proibire loro di essere musulmani. Che piaccia o no, è parte della nostra identità che stiamo cercando di cancellare“, ha detto Demba Ba, ex giocatore della nazionale senegalese, nato in Francia e musulmano. Il presidente della Federcalcio Philippe Diallo nega però le accuse e si difende: “Nessuno nella federazione, a cominciare da me, ha proibito a nessuno di digiunare. Non posso accettare che si dica che la FFF discrimina per motivi religiosi“. Per garantire un approccio neutrale, Diallo ha affermato che non possono esserci modifiche agli orari e alle pratiche comuni nei campi di allenamento esclusivamente per motivi religiosi: “Rispetto le convinzioni di tutti. Quando i giocatori vengono selezionati per la nazionale francese, non chiedo quale sia la loro religione“.