Molti giocatori dell’Everton e l’allenatore Carlo Ancelotti hanno rinunciato ad una parte di stipendio durante il lockdown per aiutare il club ad affrontare la crisi finanziaria, consentendogli così di pagare i dipendenti amministrativi. Ad annunciarlo è stata l’ammistratrice delegata del club, Denise Barrett-Baxendale, che in una e-mail inviata ai tifosi ha spiegato come il tecnico italiano e molti giocatori abbiano rinunciato, in modo totalmente volontario, ad una media del 30% degli ingaggi (tra tagli netti e differimento dello stipendio), con punte che arrivano anche al 50%. “Questa straordinaria dimostrazione di unità ha permesso al club di mantenere gli stipendi di tutti i dipendenti a tempo pieno e parziale – tutti rimasti in pieno impiego per tutto questo periodo – e ha permesso al club di continuare a pagare il suo personale a tempo determinato, l’inizio del blocco del nostro club il 13 marzo” ha spiegato l’ad dell’Everton.
“Una parte delle sterline risparmiate è stata utilizzata anche per la campagna “Famiglia blu” del club, che fornisce sostegno alle persone vulnerabili della comunità” ha proseguito l’ad nella mail, “altri 400 mila dollari sono arrivati a quel fondo dalle donazioni di tifosi che hanno rinunciato al rimborso dell’abbonamento“. L’Everton tornerà in campo il 21 giugno nel derby contro il Liverpool, che potrebbe già laurearsi campione d’Inghilterra qualora il Manchester City perdesse contro l’Arsenal il 17 giugno. Il dubbio sollevato in Premier League riguarda la sede del match, che per ora è Godison Park, ma preoccupa il pericolo di assembramenti al di fuori dello stadio, motivo per cui si sta pensando di giocare in campo neutro a Southampton.