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“Con due amici abbiamo insistito per far uscire i giocatori dall’Ucraina. Se avessero dovuto andare a combattere, sarebbero morti il primo giorno. Loro potevano dare l’immagine di un paese che continua a vivere tramite lo sport. Io sono stato uno di quelli che ha aiutato tanto insieme alla federazione rumena e al presidente Ceferin. Sono stato vicino ai giocatori della Dinamo e dello Shaktar“. Lo ha detto il tecnico della Dinamo Kiev Mircea Lucescu in esclusiva ai microfoni di Prime Video. L’ex allenatore di Pisa, Inter e Brescia parla si sofferma sulla difficile situazione della guerra in Ucraina. “Abbiamo organizzato torneo per la pace. Andavamo da una parte all’altra dell’Europa per mantenere la preparazione dei giocatori in Nazionale – spiega l’esperto allenatore rumeno – Quello che abbiamo fatto nel torneo non era per gli amanti di calcio, ma per gli ucraini che avevano bisogni di sentirsi uniti”.
Stasera i suoi ragazzi saranno in campo nell’andata del play-off di Champions League contro il Benfica: “Il calcio li fa smettere di pensare quello che succede lì, però quanto vedo le facce tristi allora sento di dover sollevare loro il morale. L’unica cosa che può sollevarlo davvero sono i risultati, i risultati portano avanti tutto”. “L’orgoglio per loro è la cosa più importante. La responsabilità di quello che in questo momento rappresentano. Sapere che non si allenano o giocano solo per loro stessi, ma per tutto un Paese. Il calcio deve aiutare la gente. Non si può vivere solo con la paura, la miseria, la disperazione, con i bombardamenti. L’essere umano ha bisogno anche di altro. Di sorrisi, emozioni. E noi – termina Lucescu – cerchiamo proprio questo”.
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