[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”1132026″]
“Quasi tutti i calciatori pubblicano post molto seri, ma il calcio non è sempre così: è bello scherzare, capita spesso anche negli spogliatoi. Ogni tanto uso un po’ di ironia e ‘pepe'”. Marten de Roon è intervenuto così ai microfoni di Dazn, nel format 1 vs 1, in una lunga intervista al termine della quale è stato messo alla prova con sette domande secche, alle quali ha dovuto rispondere rispondere nel minor tempo possibile. “Alla fine, siamo persone normali: anche io sono un papà , un marito e sono stato un bambino – ha dichiarato l’olandese – . Sui social mostro che non sono perfetto: faccio gli errori, la faccia strana…Mi diverto, mi piace scherzare e fare diversamente rispetto agli altri”.
Le reazioni del centrocampista dopo una brutta partita: “La prima ora faccio fatica. Poi quando vedo le mie bambine, che sono la parte più importante della mia vita. Soprattutto quando giochiamo di sera, quando torno a casa e vedo le bambine dormire, le do un bacio e un po’ mi passa.
I primi ricordi legati al calcio: “Credo l’Ajax negli anni 90 con Overmars, Bergkamp. L’Ajax era la squadra più forte del mondo. Mi sono innamorato del calcio con loro. Mia mamma mi ha sempre detto che quando ho iniziato a camminare, ho sempre voluto giocare a pallone: sempre e solo calcio. La prima volta in campo, mi ricordo bene, c’era un torneo e non avevo ancora 5 anni (gli anni che servono per giocare ndr), ho giocato tutto il giorno e mi sono detto che non avrei voluto fare altro”.
Sulla sua famiglia: “Ho tre femminucce, sono tutte e tre legate a me. Sono un papà che scherza e che gioca, mi dicono sempre che sono po’ matto e hanno ragione. La mamma è un po’ più seria. Mia moglie dice che a casa sono pigro, ma sono disponibile ad aiutare, soprattutto con le bambine. Anche se lei fa molto, molto di più. Mia sorella Eliana è la più grande, poi c’è la più piccola Marisa. Io sono in mezzo. In quella foto ho la maglia del Feyenoord. È la mia squadra, un po’ come Sparta dove ho giocato, con loro sono ancora legato. Quando guardo il calcio in Olanda, guardo loro. Quella foto dice tanto, sono cresciuto molto sereno, con due sorelle, papà e mamma. I miei genitori hanno fatto sacrifici perchè venivano sempre con me, hanno fatto un po’ fatica forse, ma mi hanno sempre supportato. Quella foto è bellissima. Sono contento e sono sempre in contatto con la mia famiglia che è in Olanda, soprattutto negli ultimi due anni in cui abbiamo fatto fatica a viaggiare, alla fine con FaceTime rimani in contatto”.
L’allenatore che da ragazzino ha fatto la differenza: “Io mi sono infortunato a Feyenoord, ho fatto molta fatica, quasi volevo smettere di giocare nel calcio professionistico, volevo andare dove giocavano i miei amici. Ma poi ho incontrato lui: Arjan Van Der Laan. Lui mi ha ridato la fiducia, ho giocato sempre con lui, lui mi ha dato tanto, sono diventato capitano, mi parlava sempre e mi ha aiutato. Anche lui ha giocato a pallone, era centrocampista…”.
Il rapporto con Van Basten: “Mi ha dato tanto. Una persona bravissima, parlavamo spesso. All’inizio giocavo poco, poi mi ha dato sempre più fiducia, anche la fascia da capitano che per un 23enne voleva dire tanto. Mi diceva: “Sei uno che parla in campo, sei un leader”.
Su Gasperini: “La sua mentalità fa la differenza, conosce solo la vittoria. Non esiste il 90-95%, ma solo il 100% sia in gara sia in allenamento. Lui ha fatto la differenza con tanti giocatori, che grazie a lui sono migliorati oppure hanno avuto la possibilità di andare altrove. Gioca sempre in maniera offensiva e lo ringrazio: mi ha fatto crescere”.
Sugli obiettivi: “Difficile dirne uno, vogliamo fare il massimo. Speriamo il massimo sia la Champions, che è la cosa più bella che c’è. Il Leverkusen è una squadra fortissima, però siamo ancora dentro al campionato e nelle coppe. Vogliamo fare il massimo”.
[the_ad id=”1049643″]
[the_ad id=”668943″]
[the_ad id=”676180″]