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“Devo tornare come turista e devo tornare per ringraziare le persone che mi hanno aiutato così tanto. E ho in testa l’idea di tornare come allenatore del Boca. Potrei essere l’ultimo della lista, ma la mia idea è quella“. Pazza voglia di Argentina per Daniele De Rossi che in una lunga intervista al quotidiano ‘La Nacion’ ha rivelato di voler tornare al Boca Juniors nelle vesti di allenatore. Dopo esser stato fortemente accostato alla Fiorentina in vista di un possibile esonero di Beppe Iachini, De Rossi parla di folle amore per il Boca e della sua voglia di tornare in Argentina. “Se le cose fossero andate bene, avrei già incontrato Nico Burdisso che avrebbe iniziato la mia carriera di allenatore in fondo al club. Fu prima che iniziassero i piccoli problemi familiari – ha spiegato De Rossi -. Il giorno in cui ho firmato la risoluzione ero negli uffici della Bombonera e improvvisamente ho alzato la testa e la Copa Libertadores era lì, in una vetrina. E mi sono detto: ‘Non ho lasciato nulla da calciatore, ecco perché voglio tornare come allenatore perché questa squadra è nel mio cuore ‘.Ho già detto a Paolo Goltz che lo voglio come assistente di campo“.
E sull’esperienza a Buenos Aires: “Mi sveglio all’alba e scrivo a Osvaldo ‘mandami due o tre chili di tortilla di patate’. E non ho più mangiato quella carne. Guardando” La Casa de Papel “con mia moglie, quando Palermo ha parlato, in argentino, ci siamo guardati l’un l’altro e abbiamo quasi iniziato a piangere. Quando sono tornato al centro d’allenamento del Boca ho sentito di essere. Ero nel posto giusto al momento sbagliato. Ma non passa una settimana che non mi manchi tutto del Boca, di Buenos Aires, e mi dispiace, perché mi dicono che la situazione in Argentina è molto complicata e temo che il giorno in cui potrò tornare, non troverò il paese che ho lasciato . Nel paese in cui mi trovavo e mi sentivo come a casa“.
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E ancora: “Sono tranquillo con la mia coscienza, ma molte volte mi sveglio che mi manca il Boca. I bambini sono più felici qui, oltre al fatto che mio figlio Noah continua a cantare le canzoni del Boca e continua a parlare di Buenos Aires. Ma qui hanno i loro nonni, i loro amici, i loro cugini. È stata un’esperienza incredibile, molto breve, troppo breve per quello che volevo fare, ma molto intensa. Molto forte. Non ero abituato a cambiare posto, figuriamoci paese. E la prima volta che lo faccio, vado dall’altra parte del mondo, dove nessuno mi conosceva. In Italia avevo circa 1.000 persone che mi dicevano “dove vai? L’Argentina è piena di criminali, ti uccidono lì per prendere un taxi di notte, è pericoloso”. Ho scelto comunque di andare ed ero a mio agio ed ero felice. Ma mi mancava la mia figlia maggiore, aveva bisogno di me”.
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