“Sono andato al mio colloquio e il tizio mi fa ‘cosa stai cercando?’. E io ho risposto che ero un calciatore e che cercavo una squadra. Lui mi ha risposto che non poteva fare nulla per me. In pratica, mi ha detto che avrei fatto meglio a pensare di trovare altro. E quando una persona che non conosci ti dice una cosa del genere, ti fa pensare. Ho detto a me stesso ‘ecco, quella bella carriera da calciatore in cui hai sempre sperato puoi anche depennarla dalla lista’”. Questo è il ricordo di Edouard Mendy di un passato ormai lontano, ma che non ha dimenticato.
L’attuale portiere del Chelsea e fresco vincitore della Coppa d’Africa con il Senegal ha raccontato delle difficoltà di inizio carriera, quando era vicino a smettere. Il termine del contratto con lo Cherbourg sembrava porre fine ai suoi sogni: “Ho avuto un colloquio al centro per l’impiego”, ricorda ancora l’estremo difensore. “Mi sono presentato e mi sono messo in fila, c’era gente che urlava al bancone e altri che si lamentavano perché stavano aspettando da tanto tempo. Quando è arrivato il mio turno, il consulente ha fatto del suo meglio, ma è stata una cosa molto rapida perché dietro di me avo una cinquantina di persone. Il mio era solo uno di tanti casi e non avrei avuto attenzioni speciali, è così quando sei in un sistema simile”.
Ma il destino ha sorriso al classe ’92: il contratto della speranza come riserva al Marsiglia, poi le annate positive con Reims e Rennes, fino all’arrivo al Chelsea, dove ha scalzato nelle gerarchie Kepa, il portiere più costoso della storia, vincendo anche una Champions League.