Poteva essere il primo trofeo fuori dai confini dello Stato di Santa Caterina della storia del Chapecoense, squadra brasiliana che dopo aver eliminato in semifinale di Copa Sudamericana (la nostra Europa League) il San Lorenzo, si apprestava a godersi la finale del primo dicembre in Colombia all’Atanasio Girardot di Medellin contro l’Atletico Nacional. Poi il fato ha deciso che la vita di quei giocatori dovesse finire in quel momento, nel punto più alto della loro carriera, su una collina detta El Gordo luogo dove l’aereo che trasportava il Chapecoense si è schiantato.
E fu su un’altra collina, Superga, dove l’aereo Fiat G.212 della compagnia aereaALI, siglato I-ELCE si infranse. A bordo c’era il Grande Torino, cinque volte campione d’Italia. Loik, Gabetto, Mazzola, Bacigalupo come quei giocatori brasiliani di cui presto conosceremo i nomi.
La solidarietà del Torino tramite il profilo twitter del club
Commozione per la tragedia al @ChapecoenseReal. E’ un destino che ci lega indissolubilmente #ForcaChapecoense ,vi siamo fraternamente vicini pic.twitter.com/K3ZcG8j4PY
— Torino Football Club (@TorinoFC_1906) 29 novembre 2016
Ma i disastri aerei che hanno riguardato il mondo dello sport non sono purtroppo finiti. Come dimenticare l’incidente di Monaco di Baviera che portò alla morte di otto giocatori del Manchester United e quello della squadra di hockey della Lokomotiv Jaroslavl in Russia. Una tragedia simile accadde a Libreville con la Nazionale dello Zambia. Le vittime furono 22 tra giocatori e dirigenti.