Radja Nainggolan è stato arrestato due giorni fa a Bruxelles, per poi essere rilasciato. Ora, gli investigatori della città belga hanno dato via alle indagini sul calciatore, a causa di ingenti somme di denaro – pari a diverse migliaia di euro – prestate o date a Nasr-Eddine Sekkaki, fratello minore del criminale Ashraf Sekkaki. Quest’ultimo è particolarmente noto alle autorità belghe a causa del proprio coinvolgimento nel traffico di droga su larga scala e nelle rapine violente. Nainggolan è stato interrogato ieri e oggi è tornato ad allenarsi insieme al Lokeren-Temse, squadra che milita nella seconda divisione belga.
I MOTIVI DELL’ARRESTO
Il centrocampista era stato arrestato in un’indagine sul contrabbando di cocaina attraverso il porto di Anversa. La polizia federale ha effettuato circa trenta perquisizioni tra la città di Anversa e Bruxelles. L’indagine si concentra sull’importazione di cocaina dal Sud America e la successiva ridistribuzione della sostanza in Belgio. Nainggolan ha negato le accuse, come dichiarato dal suo legale Omar Souidi all’uscita dagli uffici della polizia Federale a Bruxelles. Il centrocampista 36enne “è menzionato nel fascicolo. Ma per essere chiari: non è ancora stato incriminato. Solo perché il mio cliente deve rispondere ad alcune domande non significa che abbia nulla a che fare con esso”. La casa di Nainggolan è stata una delle abitazioni perquisite ma lui al momento non era presente: “Era con la sua ragazza. Ma ha iniziato spontaneamente a offrirsi alla prima richiesta. E’ un giocatore di calcio, non è un criminale”.
IL SOCIO CONDANNATO
Un socio del calciatore è stato condannato negli Stati Uniti per traffico di droga attraverso jet privati The Aviation Factory Rad Lab, per conto di Hezbollah. Le indagini che lo vedevano coinvolto con l’organizzazione terroristica portarono al sequestro di più di 100 kg di cocaina. Secondo quanto riportato dai media belgi, al momento la compagnia di jet – che vede come soci Nainggolan e l’uomo condannato – non è coinvolta nell’inchiesta.