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Non si placano le polemiche in Spagna dopo quanto successo in Cadice-Valencia, match sospeso per oltre 20 minuti dopo che gli ospiti hanno lasciato il campo in seguito all’accusa di Diakhaby. Quest’ultimo ha infatti puntato il dito contro Cala, avversario reo di averlo insultato su base razzista. Il Valencia alla fine è tornato in campo, ma è Josè Gaya a spiegare il motivo: “Ci hanno detto che avremmo perso la partita a tavolino e forse anche ricevuto una penalizzazione, ma siamo tornati in campo solo perchè Diakhaby ce lo ha detto. Lui però si è fatto sostituire, era davvero distrutto. Non siamo riusciti a parlare con Cala, ma è stato davvero un brutto insulto.”
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Sull’argomento è tornato anche l’accusato, che però sembra negare tutto: “Non ho niente da nascondere, purtroppo in questo paese non c’è la presunzione di innocenza.” Intanto la Liga ribadisce la sua lotta al razzismo: “Siamo al lavoro con arbitri e club per mantenere il messaggio di uguaglianza e rispetto che il nostro calcio deve avere. Prendiamo sul serio qualsiasi accusa di razzismo.” Gli episodi sono numerosi anche sui social, come sanno bene purtroppo diversi giocatori di Premier League: l’ultimo della lista è Davinson Sanchez del Tottenham. Il tutto mentre Thierry Henry ha disattivato tutti i suoi profili social fin quando non sarà punito il razzismo anche sul web.
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