Juan Cala, difensore spagnolo del Cadice, respinge le accuse di razzismo dopo l’episodio avvenuto durante la partita contro il Valencia e che lo ha visto protagonista insieme a Diakhaby. Cala ha indetto una conferenza stampa per spiegare le sue ragioni. “Ci sono due opzioni. O Diakhaby se l’è inventato o ha frainteso, non lo so. Tutto il resto è puro circo. Dobbiamo agire con decisione su ciò che sta accadendo. Perché senza prove stiamo creando un precedente molto pericoloso”, il commento dello spagnolo. Che poi denuncia: “Non so cosa sia accaduto alla mia presunzione di innocenza. Nessuno merita questo linciaggio pubblico. Ho ricevuto ogni tipo di minacce attraverso i social. Da domenica il mio avvocato raccoglie materiale per avviare un’azione legale”.
Cala ha poi aggiunto: “Io ho vissuto con cinesi, sudafricani. Sono stato in Guinea con Kanoute e Benjamin. È uno spettacolo incredibile quello che sta succedendo. Sono sotto shock. Ci sono 20-25 telecamere, microfoni, giocatori, arbitri. E nessuno ha sentito niente“. “Non c’è razzismo nel calcio spagnolo. Ma se la Liga vorrà adottare un protocollo per questi casi”, conclude il difensore del Cadice, “avrà il mio sostegno”.