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Il centrocampista del Borussia Dortmund, Axel Witsel, nel corso di un’intervista rilasciata ai microfoni di ‘Ruhr Nachrichten’, ha raccontato la sua difficile annata caratterizzata dall’infortunio al tendine d’Achille e dalla brutta esperienza con il Covid-19: “La situazione non è facile, perché entrerò nel pre-campionato (quello prossimo ndr) dopo una lunga pausa per infortunio. Cosa porterà il futuro, non posso ancora dirlo. Se posso restare a Dortmund, ne sarei contento perché qui mi sento davvero bene, sia nel club che in città. Però c’è ancora del tempo nel mio contratto e ci penserò più avanti. Se ho pensato all’addio al calcio dopo l’infortunio al tendine d’Achille? Sinceramente no. Sono sempre rimasto positivo anche se sono consapevole che non ho certo 10 anni ancora di carriera. Ma penso che almeno 2-3 anni ancora li possa fare a buon livello”.
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“Covid-19? Sono stato contagiato in Belgio, dopo la mia operazione. Mia madre è stata la prima ad ammalarsi, poi è toccato a me, a mia moglie incinta e ai miei figli. Devo ammettere che vedere gli effetti del Covid sulle persone è stato terribile. Mia madre è stata intubata, ma per fortuna adesso sta meglio. In famiglia dopo di me anche mia moglie e i miei figli se lo sono preso. Io mi sentivo stanco. Avevo la febbre ed era come se avessi giocato tre partite di fila…”, ha concluso il belga.
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