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“Quella di quando sono tornato in Inghilterra e sono stato chiuso in casa non era una vera quarantena. La quarantena vera è quando sei in un albergo, ti bussano alla porta alle sette di mattina, all’una di pomeriggio e poi di nuovo alle sette di sera e ti danno il cibo e le mascherine, quando addosso hai un braccialetto col tuo nome e non puoi lasciare la stanza perché sei sotto strettissimo controllo. Quella è una quarantena. È un qualcosa di totalmente differente”. Rafa Benitez racconta uno dei periodi più difficili della sua vita, ovvero la quarantena in Cina quando la pandemia Covid-19 ha cominciato ad espandersi. Chiusura totale, tutti confinati a casa e nessuna possibilità di uscire neanche a fare la spesa. “Guardavo le partite, leggevo, passeggiavo dentro la stanza – racconta al ‘Daily Mail – Quando ero a Hong Kong la mia prima stanza era di settanta passi, quindi potevo farmi una passeggiata all’interno. La seconda era più piccola, solo 50. E quindi passeggi, passeggi, passeggi, fai un po’ di palestra e qualche esercizio. La maggior parte dei canali TV è cinese, il calcio internazionale lo vedi di tanto in tanto sui notiziari, ma se vuoi vedere le partite devi farlo dal computer”.
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