Dopo la comunicazione di qualche giorno fa, Xavi ha spiegato in conferenza i motivi del suo addio a fine stagione al Barcellona: “Ti fanno sentire inutile ogni giorno. Parlando con Pep, me l’aveva già detto, poi ho visto Luis Enrique soffrire. Dobbiamo riflettere, abbiamo un problema. Sembra che rischi la tua vita in ogni momento, per questo dico che non è piacevole“. Il tecnico catalano ha poi proseguito: “Il livello del nostro calcio non è quello giusto, ecco perché ho deciso di non continuare. Sono arrivato qui in uno dei momenti più difficili della storia del club e penso che il nostro lavoro non sia valutato abbastanza. All’inizio della stagione avevo già deciso. Sono rimasto sorpreso dai messaggi e dalle chiamate. Molti giocatori sono venuti a parlarmi personalmente. Ciò che conta di più per me è la qualità umana. Ci sono calciatori che mi hanno fatto commuovere“.
Sempre sulle ragioni dell’addio Xavi ha aggiunto: “Non è perché non posso sopportare la pressione. Siamo arrivati ad uno dei momenti più difficili della storia del club. Ci sono ancora due titoli in gioco e la situazione è difficile. La Champions League ci dà particolari stimoli. La decisione è arrivata perché qualunque cosa tu faccia, il lavoro non sarà mai apprezzato abbastanza. Quando sono venuto qui, ho detto quello che pensavo. Quando ho detto che eravamo in costruzione i giornalisti mi hanno massacrato. Ho anche detto che non abbiamo il Barca del 2010. Non escludo di tornare, sarò a disposizione per tutto ciò di cui hanno bisogno, ma ora penso che non abbiano bisogno di me. Il mio lavoro non è stato molto apprezzato“. Infine l’ex bandiera del club blaugrana ha avvertito il suo successore: “Succederà tutto questo anche a lui, questo è il problema. Il mio consiglio è di essere se stesso e non farsi influenzare. Il mio sogno era allenare il Barcellona e vincere, ed è stato raggiunto. Ho la coscienza pulita, ho fatto il meglio per il club“.