L’ex presidente del Barcellona Sandro Rosell rompe il silenzio dopo l’accusa di corruzione mossa dalla Guardia Civil spagnola nei confronti suoi e dei blaugrana per il cosiddetto “caso Negreira”, ovvero il presunto pagamento di 7,5 milioni all’ex vicecapo degli arbitri della Liga che risale proprio alla gestione di Rosell. Intervenuto a Radio Catalunya, l’ex presidente ha provato a smontare le accuse utilizzando un paragone piuttosto forte: “La Federazione ha già affermato che non c’è stata alcuna influenza sugli arbitri. Siamo stati accusato di omicidio, ma non si sa dove sia il corpo o la persona uccisa. Ci hanno accusato senza prove, noi abbiamo vinto perché avevamo in campo Messi, Iniesta, Busquets e Jordi Alba, non per gli arbitri. Ciclicamente ogni 4-5 anni saltano fuori delle accuse inventate verso il Barcellona“.
Rosell ha poi parlato del legame con Negreira: “Certo che lo conosco, era l’uomo che mandava i verbali arbitrali al Barçellona. Ogni grande squadra riceve i verbali arbitrali. I pagamenti sono stati inferiori a quanto approvato dal consiglio d’amministrazione. Erano 400.000 euro all’anno per 100 verbali, 4.000 euro per ciascuno. E Negreira ha regolarmente denunciato quella cifra. Può avvenire una corruzione per 200 euro?”. Infine Rosell ha speso due parole anche per il suo predecessore nonché attuale presidente del club blaugrana Joan Laporta, che avrebbe fornito agli organi inquirenti informazioni sulla vicenda: “Non voglio crederci, conosco Joan da quando aveva 17 anni. Mi ha mandato un messaggio vocale, ma non ho voluto sentirlo. Sono molto arrabbiato con lui, dovremo incontrarci io, lui e Bartomeu e dirci tutto in faccia, ma prima devo convincermi che quanto detto dal giudice non è vero“.