Ronald Koeman, ex tecnico del Barcellona, ora alla guida della nazionale olandese, confida di poter compiere un ottimo percorso ad Euro2024, rassegna continentale che inizia oggi, venerdì 14 giugno, in Germania. L’allenatore degli Orange assicura di voler affrontare l’attuale sfida sulla panchina dell’Olanda con la stessa pressione con cui era arrivato sulla panchina Blaugrana. Nemmeno una stagione e mezza in panchina al Camp Nou per l’ex giocatore del Barcellona, che in un’intervista a El Mundo, parla di scarsa fiducia da parte del presidente Joan Laporta: “Non ho ricevuto dal presidente lo stesso sostegno che ha ricevuto Xavi. In quel momento mi hanno licenziato e penso che eravamo a nove punti dal Real Madrid. E ora erano a dieci punti di distanza. Per avere successo devi avere il sostegno del presidente”, tuona il ct dell’Olanda.
Koeman è però contento che questa mancanza di sostegno non abbia trovato continuità nei tifosi: “Quando vado in giro per Barcellona noto l’affetto della gente, non è che adesso sia meno affetto perché le cose non sono andate bene. Mi ricordano e mi ricorderanno come l’uomo che ha segnato il gol nella prima Coppa dei Campioni del club. È solo che non ho ricevuto il sostegno del presidente”.
Il tecnico olandese ammette chela sua parentesi sulla panchina Blaugrana è stata la parte più difficile della sua carriera: “Penso di sì, ma perché il Barça è il mio club. Mi sono divertito moltissimo come calciatore lì, ho amici in città, allenare la squadra era uno dei sogni della mia vita… Questo rende tutto più difficile e stressante”.
La sua Olanda incontrerà per prima la Polonia di Lewandowski, il cui acquisto fu criticato pesantemente in Catalogna per la sua età avanzata: “Non si trattava tanto di Robert ma della filosofia del Barça. Se fossi stato l’allenatore del Barcellona in quel momento mi sarebbe piaciuto avere Lewandowski come nove, ma penso che siano stati spesi tanti soldi e che se hai problemi finanziari devi analizzare attentamente che tipo di giocatori ingaggi. Forse è meglio mettere sotto contratto giocatori con più futuro. Secondo me è raro ottenere il miglior stipendio a 35 anni quando il periodo migliore per un calciatore è tra i 26 e i 32 anni. È raro che un club spenda tutti quei soldi per giocatori veterani quando abitualmente non lo fa”.
Infine, Koeman elogia l’attaccante polacco: “Tutti i giocatori hanno momenti difficili, penso che sia ancora un grande giocatore, un leader dello spogliatoio, secondo quanto mi dicono a Barcellona. Ha 35 anni, tanta esperienza, è il capitano della Nazionale… È un marcatore. Quando non giochi vieni facilmente criticato, ma è comunque importante per il Barça e la sua squadra”.