Ricorsi, clausole, articoli. Nel Natale del Barcellona l’ultima gatta da pelare riguarda Dani Olmo, il fantasista prelevato in estate per circa 55 milioni di euro dal Lipsia dopo il trionfo ad Euro 2024 con la Spagna. Nella giornata di oggi il giudice Ignacio Fernández de Senespleda, del Tribunale di Commercio di Barcellona, ha respinto la richiesta del Barcellona di tesserare il centrocampista nell’elenco della Liga per il resto della stagione. La Liga ha accolto con favore la decisione del tribunale, ritenendo che autorizzare il tesseramento di Olmo potrebbe “alterare gravemente l’uguaglianza delle condizioni delle regole di concorrenza”.
L’INFORTUNIO E L’ECCEZIONE
Per capire cos’è successo, bisogna fare un passo indietro. Le regole del fair play finanziario della Liga sono estremamente stringenti e dunque, per tesserare nuovi giocatori, il Barcellona in questi anni ha dovuto spesso liberare spazio nel monte ingaggi con delle uscite. Dani Olmo è stato acquistato il 9 agosto, ma è stato registrato solamente il 27 agosto sfruttando l’articolo 77 del NEP (Normas de Elaboración de Presupuestos de LaLiga) che prevede la possibilità di registrare un sostituto di un calciatore infortunato (almeno 5 mesi di stop) purché l’incremento di costo non sia superiore all’80% dell’ingaggio del calciatore ai box. L’occasione, seppur sfortunata, si è presentata con l’infortunio di Christensen, costretto a rimanere ai box per un lungo periodo. Adesso il difensore sta rientrando e in casa blaugrana c’è la necessità di trovare un altro modo. Deve farlo entro il 31 dicembre perché l’articolo 116 del regolamento generale della RFEF prevede che “un calciatore può essere tesserato in una sola squadra di una società, senza possibilità di essere dismesso e tesserato dalla stessa squadra nel corso della stessa stagione, salvo caso di forza maggiore o disposizione regolamentare”.
L’ISTANZA RESPINTA
Il Barcellona un mondo era convinta di averlo trovato. Quando Ter Stegen si è infortunato gravemente (stagione finita per lui), il club riteneva di poter destinare l’80% dello stipendio del portiere per adeguare la situazione salariale della squadra. Il Barca ha quindi acquistato a parametro zero il suo sostituto, Wojciech Szczesny, con uno stipendio nettamente più basso, ma la Liga non permette che l’importo residuo del contratto di Ter Stegen venga utilizzato per tesserare Olmo. Ne basta uno, Szczesny appunto, non due e quindi, secondo il massimo campionato spagnolo, niente ok al tesseramento dell’ex Lipsia. “LALIGA, e come riconosce anche la sentenza stessa, sottolinea che la decisione di non registrare Dani Olmo è stata inizialmente presa dall’organismo di convalida del bilancio di LALIGA e successivamente confermata tre volte: dal comitato per il fair play finanziario di LALIGA, dal comitato di appello sociale di LALIGA e dal comitato per le licenze di seconda istanza UEFA della RFEF”, si legge nella nota ufficiale. Ora il nuovo no dal tribunale di commercio, la cui decisione, secondo la Liga conferma che “lo scopo di consentire una spesa aggiuntiva è quello di evitare che un infortunio a lungo termine indebolisca la competitività della squadra, non di utilizzare un infortunio a lungo termine per consentire la registrazione di giocatori i cui stipendi superano il limite, che è ciò che sta tentando l’FC Barcelona”. A complicare la situazione è una clausola nel contratto del giocatore che, secondo il Mundo Deportivo, permette a quest’ultimo di liberarsi a parametro zero se non verrà inserito nell’elenco dei giocatori disponibili per le partite di Liga, anche se la stampa spagnola assicura che l’entourage del calciatore continua ad avere fiducia nel club di Laporta. Insomma, Dani Olmo ha la testa sul Barcellona e non pensa ad un addio anticipato.
La Liga come detto ha accolto positivamente la decisione del Tribunale. Il principio dell’uguaglianza delle condizioni di applicazione delle regole di concorrenza “ha guidato le azioni di LALIGA in ogni momento, in particolare dato che la stessa legge sportiva spagnola ha sottolineato come il Fair Play Finanziario si sia ‘dimostrato veramente utile nel garantire la fattibilità e l’integrità delle competizioni’. Anche i tribunali hanno esplicitamente sostenuto questi meccanismi in passato. Esempi chiari includono la Terza Camera della Corte Suprema che ha approvato il NEP o il diniego di registrazione dei giocatori (come nel caso Pedro León, in cui il Tribunale provinciale di Madrid ha revocato la misura provvisoria inizialmente concessa dai Tribunali commerciali in merito alla precedente registrazione del giocatore, considerando che ‘le regole di bilancio che limitano il costo delle squadre registrate servono a un obiettivo legittimo, che è quello di combattere l’eccessivo debito tra club e SAD’ e ‘cercano di incoraggiare la sostenibilità del calcio professionistico’)”. Secondo il Mundo Deportivo, in casa Barcellona però esistono anche piani B, C e forse anche D. Oltre alle estenuanti vie giudiziarie, il club blaugrana potrebbe cedere la fila di posti vip del futuro Spotify Camp Nou per ottenere un introito straordinario, mentre proseguono anche le trattative con nuovi investitori nel Barça Vision e c’è la possibilità che alcune componenti del consiglio direttivo contribuiscano con il proprio patrimonio. Lunedì sarà tutto più chiaro.