Da una squadra in crisi a una in grado di vincere tutto. A Liverpool, nonostante una storia gloriosa e leggendaria, c’è comunque un prima e un dopo Jurgen Klopp. Dopo nove anni forse irripetibili, con 8 trofei, i più importanti e rincorsi dai Reds, si chiude il ciclo del tecnico tedesco, che già da mesi aveva annunciato con largo preavviso di voler salutare a fine stagione. Finisce forse nel momento giusto, anche se in questa stagione non è arrivato alcun titolo, finisce dopo una parabola che ha vissuto tra il 2019 e il 2020 il proprio massimo splendore, la Champions nel 2019, con due finali perse prima e dopo, ma soprattutto la Premier League del 2020, che mancava da trent’anni esatti. Grandi trionfi, alcune sconfitte brucianti, ma sempre lottando fino all’ultimo, giocando ogni tre giorni, tra rimonte, ribaltoni, gol che entrano nella leggenda.
Più di un semplice allenatore, per i suoi eccessi, per il modo con cui ha rivoluzionato il calcio e per il fatto di essere stato amato in modo incondizionato dal popolo del Liverpool: non ha portato soltanto un gioco offensivo e spettacolare, o i semplici ma sempre più rari entusiasmo, passione e simpatia, ma anche i risultati, i trofei, avendo a disposizione squadre forti, ma plasmate a sua somiglianza, lanciando alcuni giocatori, migliorandone altri, puntando sul gruppo e su una continuità che anno dopo anno gli ha consentito di programmare senza mai essere messo in discussione, fino al naturale momento in cui si è fatto da parte.
Momento che arriva oggi. L’eroe di Liverpool saluta: una personalità poliedrica, ricca di sfaccettature, impattante nel calcio degli anni duemila col suo gegenpressing, che da queste parti ricorderanno anche fra un secolo. Contro il Wolverhampton, Klopp intorno alle 19 italiane saluterà per l’ultima volta Anfield. Lascia in eredità: una Champions League, un Mondiale per club, una Supercoppa Europea, una Premier League, una FA Cup, due Carabao Cup e una Community Shield. C’è un prima e un dopo Klopp, dicevamo, c’è il punto fermo su “una meravigliosa storia d’amore”, come ha detto l’allenatore tedesco, annunciando la sua iscrizione sui social proprio per rimanere in contatto con il mondo Reds.