Leonardo Bonucci ha rilasciato un’intervista in esclusiva a SportMediaset, tornando a parlare del suo addio alla Juventus: “Ho letto e sentito cose non vere dette dal club e dall’allenatore. E’ falso che a ottobre mi era stata comunicata la volontà di interrompere il rapporto al termine della stagione, anzi mi era stato persino offerto di proseguire con un rinnovo. Poi l’allenatore mi ha convocato nel suo ufficio a marzo, dicendomi che sarebbe stato il caso di anticipare il ritiro. Io però gli ho detto che non volevo smettere fino all’Europeo 2024. Quindi non ho più parlato con nessuno fino a fine maggio, quando ho dato la mia disponibilità per essere la quinta-sesta scelta in difesa, a fare la chioccia. La società mi ha comunicato che sarei partito dietro a Gatti, Bremer, Danilo e un giovane della NextGen e io ho accettato senza creare problemi”.
Il difensore della Nazionale, ora in forza all’Union Berlino, ha poi continuato: “E’ cambiato tutto nell’estate. Ho annusato qualcosa solo leggendolo sui giornali fino a quando il 13 luglio Giuntoli e Manna mi hanno comunicato, presentandosi a casa mia, che non avrei più fatto parte della rosa della Juventus e che la mia presenza in campo avrebbe ostacolato la crescita della squadra. Questa è stata l’umiliazione che ho subito dopo 500 e passa partite in bianconero. Mi sono sentito svuotato di tutto, umiliato, non potevo fare quello che amo di più. Causa? Non è una questione di soldi, anzi sarei pronto a devolvere tutto in beneficienza, ma i miei diritti prevedevano che mi sarei dovuto allenare con la squadra a prescindere della scelta tecnica”.
“E’ la seconda volta che mi trovo costretto a lasciare la Juventus, in entrambi i casi per la presa di posizione di un singolo, che non sono io. Ciò che è sotto gli occhi di tutti è che non ho mai avuto un rapporto come avrei voluto con l’allenatore. Non solo per colpa mia, perché spesso ho preso posizioni per il bene della squadra e dei compagni. Si è dunque creato un corto circuito che non mi ha permesso di chiudere la carriera come avrei voluto. Mi ha fatto sorridere Pirlo, che mi ha detto che magari potrebbe succedere come a lui: continuare a vincere da un’altra parte dopo che ti danno per finito – ha aggiunto Bonucci – Ho apprezzato la solidarietà di tanti calciatori, attuali e non solo, della Juventus e anche di altre società. Tutti mi hanno manifestato la loro vicinanza per il comportamento irrispettoso della società“.
Il difensore ha poi messo in chiaro il suo obiettivo: “Voglio continuare a giocare e mettere in difficoltà Spalletti per la Nazionale. La sua telefonata per dirmi che non mi avrebbe convocato per queste ultime partite è stato un gesto che ho apprezzato tantissimo e che fa capire il suo spessore umano. Non avendo avuto una preparazione consona, è stato giusto che non mi abbia chiamato in azzurro. Me l’aspettavo, non sono scemo. Ma la maglia della Nazionale la sento sulla pelle come quella della Juventus. Farò di tutto per rivestirla“. Infine, un arrivederci alla Juventus: “Quando deciderò di cominciare ad allenare, ho bene in mente il mio percorso. La Juventus di oggi non la sento mia. Tuttavia quando sarò un tecnico, e magari la Juve non sarà quella di oggi, mi auguro che ci sarà il modo di riabbracciare i tifosi“.