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Christian Vieri ha rilasciato una lunga intervista a 7, magazine del Corriere della Sera. L’ex bomber ha ripercorso le tappe della sua carriera, a partire dagli inizi: “Ho ascoltato solo due persone nella mia vita calcistica: nonno e appunto papà. Sapevano di calcio, dopo un minuto di gioco mi fotografavano. Due figure forti, fondamentali. E poi la mia fortuna sono stati anche i primi tre allenatori che ho avuto a un certo livello: Rampanti, Mondonico e Cesare Maldini“. Momenti felici ma anche difficili nella vita sportiva dell’ex attaccante: “Il mio rimpianto più grande? Essermi fatto male nel 2005, a pochi mesi dal Mondiale poi vinto dall’Italia. Andai in crisi, mi ammazzò a livello sportivo“.
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“Ero in Nazionale da 15 anni – ha proseguito Bobo Vieri – ed era giusto che ci fossi anch’io in Germania. Ma oggi non sono più arrabbiato, Dio mi ha abbondantemente ripagato nella vita con la nascita di Stella e Isabel“. Vieri è tornato anche sul 5 maggio e quello Scudetto perso con l’Inter: “A livello sportivo la più grande delusione. Abbiamo dato tutto ciò che potevamo dare, è stata una fiammata impossibile da descrivere. Ne sono uscito a pezzi“.
La carriera ha anche regalato però momenti indimenticabili a Vieri, che sceglie come gol da Oscar “quello dalla linea di fondo quando giocavo nell’Atletico Madrid. Eravamo in Coppa Uefa, e dissi al presidente Gil: ‘Se segno una tripletta mi regali una Ferrari?’. Lui rispose di sì, e io feci tre gol: quello dalla linea di fondo è nella storia in Spagna, e non solo“. Infine, l’ex bomber compone la sua Nazionale perfetta: “Sistema 4-2-3-1: Buffon in porta; Zambrotta, Cannavaro, Nesta e Maldini in difesa; Di Biagio e Pirlo in mezzo al campo; Totti, Roberto Baggio e Del Piero a supporto di Vieri“.
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