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L’ex presidente della Fifa, Sepp Blatter, nel corso di un’intervista concessa al Die Zeit, è tornato a parlare della sua gestione del calcio mondiale: “Ho davvero cercato di servire sempre il calcio. Se gli ho fatto del male, mi dispiace. Il calcio non perderà mai la sua anima, ma forse è diventato così grande da sfuggire di mano. Ho creato un mostro. Per l’assegnazione dei Mondiali al Qatar non ho mai preso soldi che non ho guadagnato. Ecco perché nulla potrà mai essere provato contro di me in tutti i procedimenti contro di me. Non mi hanno mai corrotto. Le accuse sono sempre andate in pezzi, l’ultima volta lo scorso luglio. Ho la coscienza pulita. Non sono riuscito a proteggere il calcio dall’influenza economica e politica. Ma non potevo prevedere che si sarebbe arrivati a questo. Quello che sta accadendo in questo momento è un’eccessiva commercializzazione del gioco. Stanno cercando di spremere sempre di più il limone”.
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“Non è un segreto che ho votato per gli Stati Uniti e contro il Qatar come sede del 2022. Con Putin avevamo un buon rapporto. E ho anche pensato che sarebbe stata un’idea affascinante ospitare la Coppa del Mondo prima in Russia e poi negli Stati Uniti. Ma c’erano forze politiche più forti di me. – ha aggiunto Blatter – La gente pensa sempre all’influenza come nei film di gangster, con valigie piene di soldi da consegnare in un posto segreto. Non era così. All’epoca avevamo un consenso nel Comitato Esecutivo per assegnare i Giochi del 2018 alla Russia e il 2022 agli Stati Uniti. Ne discuti in anticipo. Poco prima delle elezioni, Michel Platini è venuto da me e mi ha detto che il presidente francese gli aveva consigliato di votare per il Qatar con il suo collegio elettorale. Quattro voti europei sono andati al Qatar”.
Blatter ha parlato anche dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy: “Ho chiesto a Platini: ti ha ordinato di farlo? Ha detto di no, me l’ha consigliato. I francesi hanno votato per il Qatar. Ecco come funziona. Le aziende francesi hanno svolto un ruolo chiave nella costruzione del Qatar. Lo sport è un riflesso della società, così come la politica. Né gli atleti né i politici possono essere migliori dell’umanità”.
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