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“Ogni volta che segnavo un gol alla Fiorentina ricevevo una mail dal fotografo della squadra per pubblicarla sui social. Il primo ad abbracciarmi era sempre Davide Astori”. Così Federico Bernardeschi si mette a nudo in un toccante pezzo apparso su Players’ Tribune. Il giocatore della Juventus ha parlato della sua vita, iniziata a Carrara con il sogno ricorrente di un lungo tunnel senza una luce al termine prima di capire quel significato quando, a 16 anni, ha rischiato di veder svanire il suo sogno per dei problemi cardiaci. “Una volta superati certi momenti è impossibile non cambiare – ha continuato Bernardeschi, riallacciandosi poi ai suoi esordi in Serie A e in Nazionale sino al rapporto speciale con Astori – Mio amico, mio capitano. La vita è troppo breve. Mi dava consigli, passavamo notti intere a giocare o guardare film. E’ una di quelle persone nate per essere un leader. Qualche settimana dopo la sua morte mi sono tatuato il suo numero a fianco l’Ave Maria. Sono sempre stato un credente e penso che la nostra vita sia solo un percorso verso qualcosa di più grande”.