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“In questo momento sto insegnando a mio figlio di quattro anni il controllo della palla. Ho l’impressione che i piccoli di oggi non sappiano controllarla. Gli viene insegnato solo a segnare i gol. Successivamente, i bambini crescono e sanno solo tirare e correre. Ma controllare una palla è la base. Quindi glielo insegno ogni giorno”. Queste la parole di Karim Benzema nell’intervista rilasciata a L’Équipe. Parole di uno che la palla la sa toccare e controllare, eccome. Saper controllare la palla è più importante del possesso della stessa, secondo la visione di uno che bada al sodo. E infatti torna sulla tripletta realizzata contro il Psg: “Ci penso spesso, vedo scorrere le immagini. Ogni volta mi dà più fiducia. Sono ricordi che restano dentro e mi permettono di ripetere questo tipo di prestazione. Sull’1-0 per il Paris, per noi non cambiava nulla, sapevamo di dover comunque segnare due gol. All’intervallo ho parlato e ho detto a tutti: ‘Ragazzi, stiamo bene. Abbiamo preso gol ma abbiamo provato ad attaccare. È normale, dobbiamo attaccare. Bisogna solo stare attenti al contropiede. Tranquilli’. Io non so come la gente veda il calcio. Non è che domini perché hai il possesso palla. Il PSG non ha un possesso palla che usa per dominare. Piuttosto è un possesso palla per abbassare il ritmo. Lo fanno molto bene, nascondono la palla”.
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E su quest’ultimo particolare, il centravanti del Real Madrid svela il segreto per battere i parigini: “Quando li pressi non li fai uscire. La loro strategia è Verratti. Se lo pressi bene, passano a un’altra strategia e non è la stessa cosa. Paredes accanto a Verratti non è più la stessa cosa. Anche Marquinhos e Kimpembe che vogliono giocare su Verratti, non sono più gli stessi. Quindi il segreto contro il PSG è pressarli. Le partite che hanno perso in Ligue 1 sono quelle in cui sono state pressati in tutte le direzioni. E quando abbiamo segnato, si sono detti che avevano perso la partita, quando eravamo solo 1-1. A loro capita spesso, si sono lasciati andare mentalmente”.
Infine, dopo aver spiegato che le critiche non gli servono perché fa già tanta autocritiche, Benzema conclude spiegando come ha fatto a non essere mai espulso in carriera: “Non vedo il senso di prendere cartellini. Ancora ancora un difensore lo capisco, ma un attaccante. Non vado a mettere le suole nei contrasti, mi occupo io della palla. Quanto a proteste e simulazioni, non sono mai servite a niente. Perché i giocatori protestano contro le decisioni dell’arbitro? Mi fa impazzire quando lo fa uno della mia squadra. Se ha fischiato, è finita, cosa ci vuoi fare? Non può tornare indietro. E per i rigori ora c’è la VAR. Quindi non ha senso lamentarsi”.
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