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E’ la storia di Sebastian Avanzini: italiano, 25 anni, centrocampista del KÍ Klaksvík, club campione in carica delle Far Oer. Sebastian è nato in Italia ma da piccolo è tornato in Scandinavia, crescendo nel Lingby. Nel 2018 il grande salto grazie all’Horsens e l’esordio in Serie A danese. Dallo scorso gennaio, poi, una nuova avventura nelle Far Oer: qui dove il 9 maggio il campionato, il Formuladeildin, sarà il primo torneo UEFA a ripartire: “Non vedo l’ora – racconta Sebastian a gianlucadimarzio.com – far parte di questo campionato è un privilegio. Un atleta non può smettere di allenarsi se vuole diventare un giocatore migliore”.
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Il coronavirus ha fatto segnare solo duecento casi, con zero decessi registrati: “Il virus sembra scomparso e non ci sono contagi, ma il governo resta in allerta perché sa che, quando riapriranno i confini, potrà diffondersi nuovamente. Il Paese non è ancora immune”. La ripresa del campionato tuttavia può esserci sono nel pieno rispetto di regole speciale, come, ad esempio, il divieto di sputare a terra o pulirsi il naso: “Un politico ha detto anche che non si potrà esultare abbracciandosi coi compagni (ride, ndr). Sarà dura frenare le emozioni”. In estate il KÍ, comoda abbreviazione per Klaksvíkar Ítróttarfelag, avrebbe dovuto giocare le qualificazioni per la prossima Champions League. Una via preferenziale per un sogno più grande: “Voglio la Serie A con il Verona. Sono molto legato alle mie origini, la mia famiglia fa il tifo per i gialloblù. Ci piace anche la Juventus”.
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