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Arrigo Sacchi - Foto Sportface
“Sto pensando di tornare ad allenare, in Italia o all’estero”. E’ questo il passaggio più sorprendente di un’intervista concessa da Arrigo Sacchi all’Adnkronos. Lo storico allenatore, che col Milan ha vinto tutto, è inattivo da ormai 25 anni e l’ultima panchina, da subentrante, è stata quella del Parma nel 2001. A 78 anni, però, il tecnico di Fusignano che a detta di molti ha ulteriormente rivoluzionato il calcio sul finire degli anni ’80 e negli anni ’90, vuole rimettersi inaspettatamente in carreggiata: “Possibili squadre? Ne ho tante. Ma se farlo in Italia non lo so. Perché io voglio troppo bene a questo paese, solo che ho un difetto: dico quello che penso e quindi a volte devo dire quello che penso di noi. E questo mi dispiace dirlo. E quindi cerco di evitare prima. Mi chiedono di andare per esempio in Brasile, in Argentina, in Spagna. E tanti altri”, ha confessato.
ARRIGO SACCHI E IL CAMPIONATO ITALIANO
Sacchi ha anche parlato dei temi di attualità e del momento della Juventus: “La Juventus ha preso un ottimo allenatore, una persona che ha le idee chiare: e sta portando, non solo lui, qualità nel calcio italiano. Adesso è diverso, perché ci sono due categorie di calcio in Italia, una è quella che ha pensato l’Inghilterra, che ha aiutato tutti e ha pensato che nel calcio occorresse avere una squadra e un gruppo di persone. In Italia invece abbiamo sempre pensato che il calcio fosse un fatto individuale e difensivo: non c’è nessuna squadra, c’è solo un gruppo di persone”.
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Ci sono anche altre squadre che Sacchi ritiene stiano facendo bene al calcio italiano: “L’Inghilterra ha illuminato tutti: Brasile, Olanda, Francia, Belgio. Avevano pensato al calcio come sport di squadra offensivo, e avevano uno stile. Noi siamo vissuti così come viviamo abitualmente. La Juventus, purtroppo, aveva soldi e spendendoli pensava di risolvere. Adesso c’è la Lazio che gioca un calcio positivo, che eleva i giocatori: bravo Baroni, e Motta fa la stessa cosa. Ma c’è anche Conte, che è un fenomeno e dà la vita e c’è Gasperini che anche lui gioca un altro calcio e spendendo molto meno. Anche l’Inter sta ampliando la sua idea di calcio. Juventus, Lazio, Napoli e anche l’Atalanta stanno portando in alto il livello del calcio italiano. Ma resta il fatto che nelle altre nazioni hanno un sistema: Brasile, Uruguay, Francia, Spagna. E da noi c’è la confusione più totale. Pensavamo che il calcio fosse difensivo e individuale, ma come mai può esserlo?”.
Spesso criticato da Sacchi, il campionato italiano potrebbe dunque finalmente avere un futuro radioso dinnanzi a sé secondo il mister romagnolo: “C’è del movimento, ed è giusto. Ma adesso sono le nazionali giovanili che devono prendere loro i ragazzi e allenarli, altrimenti sono sempre in ritardo. Quando vai a giocare contro uno che ha uno stile e tu no, diventa dura. Al mio Milan dicevano che non eravamo italiani, 11 scatenati. Ma non eravamo scatenati, correvamo bene e anche quando mancava qualcuno vincevamo tutto. Per un periodo di sette mesi abbiamo avuto fuori Van Basten, infortunato, ma vincevamo lo stesso”.
IL PALMARES DI SACCHI
Da allenatore del Milan, tra il 1987 al 1991 (e poi nel 1996/1997, ma senza alcun successo aggiunto al suo personale palmares), ha vinto uno scudetto, una Supercoppa italiana, due Coppe dei Campioni, due Supercoppe UEFA e due Coppe Intercontinentali, alla guida di una squadra sensazionale per nomi e stile di gioco. Dal 1991 al 1996 Sacchi ha inoltre allenato la Nazionale, raggiungendo la finale di Usa 1994, persa alla lotteria dei rigori. Nel 2005 l’Università di Urbino ha conferito al Profeta di Fusignano la laurea honoris causa in Scienze e Tecniche dell’Attività Sportiva.