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È ancora bufera sull’arresto di Ronaldinho. Dopo aver respinto il ricorso dei legali dell’ex milanista affinché venisse scarcerato e messo ai domiciliari, il governo paraguaiano è stato duramente attaccato dal ministro della Giustizia brasiliano Sergio Moro: “In nessun momento abbiamo interferito con le indagini condotte dallo Stato paraguaiano: il nostro ministero è orgoglioso di rispettare la sovranità degli Stati e l’indipendenza degli organi giudiziari“. Una risposta alle precedenti dichiarazioni del ministro degli Interni paraguaiano Euclides Azevedo: “Moro mi ha scritto chiedendo informazioni sulla situazione, voleva sapere se Ronaldinho e suo fratello Assis potevano essere rilasciati: al ministro non è piaciuto il loro arresto“. Ronaldinho, nominato ambasciatore onorario del turismo brasiliano, è stato arrestato la scorsa settimana insieme al fratello per essere entrati in Paraguay con documenti falsi ma gli inquirenti non escludono il coinvolgimento dei due soggetti in altri illeciti.
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