L’ex allenatore della Juventus e della nazionale italiana Antonio Conte, è stato ospite di Francesca Fagnani al programma ‘Belve’. “Non nasco una belva, sono diventato quello che sono per difendermi dai pericoli della strada da bambino. Sono una persona molto diretta, sia nel bene sia nel male. Non sono feroce, sono molto esigente e odio perdere. In campo per me anche il pareggio a volte è una sconfitta, cerco di partecipare il più possibile alle partite. E’ come se scendessi in campo con i ragazzi. Quando non alleno non mi piace parlare di calcio, preferisco stare accanto a persone che non sono collegate al calcio. Se perdiamo dobbiamo comunque aver dato tutto, odio perdere e cerco di isolarmi il più possibile quando arrivano le sconfitte. Cerco sempre di spiegarmi i motivi degli insuccessi, ed è da qui che sono arrivate le mie più grandi soddisfazioni. Mi piace essere leader in tutte le squadre che vado e voglio avere in mano le redini delle mie squadre. Penso di essere stato più bravo in panchina che in campo.
Conte ha continuato soffermandosi sulla sua carriera da giocatore e da allenatore: “Da giocatore mi è mancato quel talento che probabilmente ho da allenatore. Non avevo la tecnica dei fenomeni come Del Piero e Zidane. In futuro vorrei trovare una situazione per tornare ad allenare. Non so se in Italia o all’estero, dipenderà dalle opportunità che arriveranno. Ho rifutato offerte dall’Arabia Saudita. Roma e Napoli sono due piazze interessanti in cui trasuda passione. Spero ci sia la possibilità in futuro a patto che ci sia un progetto interessante. Credo nell’indipendenza del calciatore, quando Destro si è sposato gli ho lasciato una notte libera, poi però il giorno dopo si è tornato ad allenare (ride ndr.)