C’era una volta la Lettonia… se fosse una favola, inizierebbe così. E una favola in effetti è, anche se legata al frivolo mondo del calcio, che a ragione è stato definito la cosa più importante tra le cose meno importanti. Nel 2004 il piccolo paese baltico riuscì a centrare per la prima volta (e l’ultima, fin qui) la qualificazione alla fase finale di un’edizione degli Europei, per la precisione quella che si giocò in Portogallo e che fu vinta in finale dalla Grecia proprio contro i lusitani padroni di casa. Una storia iniziata però da lontano, conclusa non certo con chissà quale risultato a livello sportivo, ma di sicuro con il lieto fine per i Sarkanbaltsarkanie.
VENTO NUOVO – La Lettonia era ormai abituata nel corso del primo decennio di vita (dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica divenne uno stato indipendente dal 1991) a masticare bocconi amari: gironi di qualificazione agli Europei o Mondiali terminati tutti più o meno allo stesso modo, nei bassifondi e con pochi soddisfazioni. A partire dal 2002, però, sembra soffiare un vento nuovo. Sotto la guida del tecnico Starkovs i lettoni ottengono risultati davvero positivi, frutto di un gioco quadrato e senza orpelli, votato alla fase difensiva anche in virtù di una certa atavica sterilità offensiva di un paese che non ha mai prodotto piedi buoni ma piuttosto calciatori di grande temperamento e fisicità.
LA PRIMA VOLTA – Ed è così che le cose nel girone di qualificazione a Euro 2004 le cose vanno davvero bene, tanto che la Lettonia a sorpresa chiude al secondo posto il raggruppamento e si guadagnano per la prima volta la possibilità di conquistare il pass per la fase finale della rassegna continentale. C’era però un ultimo passo da percorrere, vale a dire gli spareggi con un’altra seconda. Sulla strada dei baltici c’è la Turchia, avversario davvero temibile che aveva fatto vedere cose interessanti ai Mondiali 2002 e che era favoritissima sulla carta. La Lettonia, però, ribalta alla grande i favori del pronostico: la vittoria per 1-0 a Riga sembrava comunque a tutti un fuoco di paglia e la convinzione che a Istanbul le cose sarebbero andate diversamente era netta da parte della maggior parte degli addetti ai lavori. E quando a poco più di venti minuti dalla fine il punteggio recitava 2-0 per i turchi, sembrava finito sul più bello il sogno dei lettoni. Così non fu: Laizans prima (gol già sufficiente per il passaggio del turno), Verpakovskis poi, fissarono il punteggio sul 2-2 che regalava così la prima storica qualificazione agli Europei per la Lettonia.
PAGINA DI STORIA – La giovane e debole nazionale viene inserita in un girone complicatissimo con Germania, Olanda e Repubblica Ceca. Come detto, era una selezione che poteva vantare un’ottima solidità difensiva, con appena quattro gol subiti nelle otto partite del girone di qualificazione. Un altro punto di forza era il blocco Skonto Riga: come l’Italia ai Mondiali ’82 infarcita di giocatori della Juventus del Trap, nelle convocazioni di Starkovs c’era spazio soltanto o quasi per calciatori che avevano giocato o giocavano attualmente tra le fila della squadra più potente del calcio lettone all’epoca, capace di aggiudicarsi i primi quattordici titoli nazionali dal 1991 al 2004. I giocatori si conoscevano bene, la fase difensiva funzionava, ed ecco che così arriva l’incredibile 0-0 dell’esordio contro la fortissima Germania (poi eliminata a sorpresa) allo stadio Do Dragao di Porto. Un risultato che mandò in visibilio un intero paese, che accolse quel pareggio a reti bianche quasi come una vittoria. Successivamente arrivarono però due sconfitte: 1-2 contro la Repubblica Ceca e 0-3 contro l’Olanda e dunque l’ultimo posto nel girone con conseguente eliminazione, mentre in altri gironi si parlava di biscotti e affini e anche l’Italia andava a casa. Ma una pagina storica di calcio, la più importante per la Lettonia visto che da allora fino ai giorni nostri una serie di ricambi generazionali e di ct hanno portato a uno scadimento dei risultati non indifferente, era stata scritta.