“Sono stato coinvolto mio malgrado, non ho alzato certamente il dito perché non ho tempo nemmeno per alzare la testa. Ho un impegno rilevante e bisogna fare le cose una per volta: la responsabilità dell’Ics è istituzionale e so quanto sia importante rispettare i ruoli”. Queste le parole del presidente dell’Istituto per il credito sportivo Andrea Abodi, il cui nome negli ultimi giorni è tornato alla ribalta per la presidenza della Federcalcio che il 22 ottobre andrà alle urne. “Io ho soltanto letto sui giornali delle cose che dal punto di vista personale e professionale possono essere gratificanti, ma non c’è mai stata un’interlocuzione con i soggetti interessati – ha sottolineato l’ex numero uno della Lega di Serie B a margine di un evento all’università Luiss di Roma – Se il presupposto è favorire una candidatura unitaria, la più ampia possibile, se non addirittura totalitaria, mi sembra che per quanto mi riguarda il tema non si ponga”.
Abodi dunque si chiama fuori per la corsa alla presidenza, ma ha idee precise sulla strada giusta per la Federcalcio. “Mi sembra evidente che ci sia la necessità di superare velocemente questa fase di commissariamento che ha prodotto effetti oggettivamente negativi – ha evidenziato in occasione di un evento all’università Luiss di Roma -. Al di là della difficoltà di trovare punti di incontro tra posizioni differenti, da questo periodo mi sarei aspettato un’armonia ritrovata, mentre dalla cronaca di questi mesi sono del tutto evidenti le ulteriori lacerazioni create per tutta una serie di ragioni, con la giustizia sportiva che ha contribuito pesantemente. Per quanto mi riguarda, da osservatore esterno interessato l’auspicio è che si ragioni con la logica della matrice comune degli interessi“.
Il video dell’intervista: