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“Il calcio è a un bivio, reso ancora più complicato dalla pandemia: dobbiamo agire o c’è il rischio di implodere”. Questo il monito lanciato dal presidente della Juventus e dell’Eca, Andrea Agnelli, in apertura della venticinquesima assemblea generale dell’Eca. “Gestiamo un grande sport, un grande business – ha proseguito il numero uno bianconero – ma fatemi citare Mario Draghi: se non agiamo, rimane solo l’inganno di ciò che siamo, nell’oblio di ciò che siamo stati e nella negazione di quello che potremmo essere. Sta a noi trovare le giuste soluzioni”.
Agnelli poi snocciola numeri drammatici: “Il momento resta complicato. In Europa quasi ovunque non abbiamo tifosi negli stadi, c’è un impatto pesante sui flussi di ricavi, giocatori sono al limite fisico in un calendario congestionato. I numeri ormai sono noti, la perdita dei ricavi si aggira tra i 6,5 e gli 8,5 miliardi, circa 360 club avranno bisogno di aumenti di capitale per 6,5 miliardi, i top 20 club hanno perso 1,1 miliardi in ricavi e sono solo i numeri maggiori. Il peso di tutta questa crisi è solo sulle spalle dei club. Quello che penso è che se c’è questo interesse significa c’è un potenziale per un luminoso future per la nostra industria. Questi soggetti infatti non sono interessati in solidarietà ma guardano a un ritorno sugli investimenti, significa che la nostra industria è appetibile da questo punto di vista. Se cambiamo noi stessi, però, possiamo puntare da soli a questo ritorno sugli investimenti”, ha concluso.
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