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“Abbiamo lavorato alle prime bozze di protocollo che potevano per noi avere un senso. Si naviga comunque a vista, dipende dalla situazione epidemiologica. Il calcio non può essere decontestualizzato dal resto del Paese”. Così, ospite della diretta Instagram al “question time” di #casadimarzio, il vicepresidente dell’Assocalciatori, Umberto Calcagno sulla ripresa del campionato. “Il nostro è uno sport di contatto, il problema è questo. Ci dobbiamo affidare solo al comitato tecnico-scientifico – le parole del numero 2 dell’Aic riportate dal sito dell’associazione –. La Figc sta facendo un grande lavoro, dovremo farci trovare pronti qualora ci saranno le condizioni per ricominciare. L’ipotesi dei campi neutri presupporrebbe ritiri infiniti per i calciatori. Anche loro hanno famiglie, figli. Diventerebbe complicato a livello psicologico gestire una simile situazione”.
“La maggioranza dei calciatori guadagna meno di 50mila euro lordi l’anno. Quando si pensa ai calciatori, non si pensa mai a questa maggioranza che sarebbe in crisi rinunciando ad uno stipendio – sottolinea Calcagno -. Non possiamo non renderci conto di quello che sta vivendo il nostro mondo. Abbiamo la responsabilità per il futuro. Dobbiamo evitare di iscrivere un domani società che non possono garantire il loro impegno durante la competizione. Abbiamo un sistema di distribuzione delle risorse che va rivisto. Negli altri Paesi si ragiona su cifre diverse e su proporzioni diverse. Spero che questa situazione porti a riequilibrare il tutto”.
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